Caso Eluana, la Lombardia condannata a risarcire papà Englaro
La Regione, all'epoca guidata da Formigoni, negò il diritto "a morire" alla giovane lecchese, costringendo la famiglia a trasferirla a Udine. Ora dovrà risarcire papà Beppino con 142mila euro
MILANO - La Regione Lombardia dovrà risarcire Beppino Englaro: 142 mila euro la cifra stabilita dal Tar come risarcimento dei danni, non solo morali, subiti dai parenti di Eluana. Tutto ha avuto inizio alla fine del 2008 quando l'allora governatore Roberto Formigoni vietò la sospensione delle terapie per la giovane lecchese, costringendo così la famiglia a trasferire la ragazza nella clinica La Quiete di Udine, dove morirà il 9 febbraio 2009. Tutto grazie alla prima sentenza del Tar che, il 26 gennaio, accolse il ricorso della famiglia contro la Regione.
LA SENTENZA DEL 2014 - Nel settembre 2014 il Consiglio di Stato aveva dichiarato illegittima quella decisione: i magistrati stabilirono come la Regione fosse "tenuta a fornire la cure a Eluana, e che il diritto ad avere una cura comprende, anche, il diritto di interromperla". Fu un giorno importante per papà Beppino, che commentò così la sentenza: "Questa sentenza dimostra ancora una volta che c’è un prima e un dopo Eluana, e che sono i cittadini qualunque, come siamo tutti noi, ad avere la possibilità di cambiare veramente le cose dal basso, nel concreto".
IL RISARCIMENTO - Ora è arrivata la sentenza che quantifica in 142mila euro il risarcimento che la Regione Lombardia dovrà versare alla famiglia Englaro. I giudici amministrativi hanno calcolato la cifra sommando diverse voci: il danno patrimoniale è una parte minore, composta da quasi 700 euro di trasporto in ambulanza a Udine, poco meno di 500 euro per la degenza e quasi 12 mila euro per il "piantonamento" da parte di personale specializzato. Poi ci sono 100 mila euro di danno parentale e 30 mila euro di "lesione dei diritti fondamentali" di Eluana.
