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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Grosseto

Tamponi falsificati per avere il green pass: due medici nei guai, indagati anche i parenti

Interdetti il direttore del pronto soccorso dell'ospedale di Castel del Piano (Grosseto) e un altro dottore: perquisiti e indagati 10 tra infermieri, medici e parenti di quest'ultimi

Sono accusati di aver prodotto falsa documentazione sanitaria relativa alla processazione dei tamponi Covid 19,  con l'obiettivo ultimo di ottenere il green pass rafforzato. Per questo motivo il giudice del Tribunale di Grosseto, su richiesta della Procura, ha emesso due provvedimenti della misura cautelare dell'interdizione dall'esercizio dell'attività medica nei confronti del direttore del pronto soccorso dell'ospedale di Castel del Piano (Grosseto) e di un medico in servizio nella medesima struttura sanitaria.

Si tratta dell'esito di "una articolata e complessa attività di indagine durata oltre tre mesi", spiegano gli investigatori. Le misure sono state eseguite dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura e dai militari del comando provinciale dell'Arma di Grosseto. Nello stesso contesto è stato eseguito il sequestro preventivo presso il ministero della Salute e il ministero dell'Economia e Finanze dei certificati digitali green pass degli indagati. Sono state eseguite, inoltre, 10 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti indagati, tra infermieri, medici e parenti di quest'ultimi, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di aver falsificato documentazione sanitaria finalizzata sempre alla processazione di tamponi Covid-19.

L'attività di indagine, compiuta dai carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Federico Falco, ha permesso di accertare che il direttore del pronto soccorso di Castel del Piano, "sfruttando la propria posizione dirigenziale, in concorso con taluni dei suoi sanitari", avrebbe attestato falsamente vari accessi al pronto soccorso sia del direttore stesso, che dei suoi familiari, "tutti sprovvisti di vaccinazioni contro il Covid-19, accettando tamponi molecolari provenienti dall'esterno, certificandone invece l'avvenuta esecuzione all'interno del nosocomio". "Tutti i tamponi, poi ovviamente risultati positivi, permettevano loro di ottenere la guarigione dalla falsa malattia ed il conseguente rilascio del certificato verde Covid-19, unico mezzo, alternativo alla vaccinazione, necessario a conseguire il cosiddetto green pass rinforzato che, in base alla recente normativa, gli ha permesso di continuare ad esercitare la professione sanitaria", spiegano gli investigatori in un comunicato.

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