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Giovedì, 18 Aprile 2024
Venezia

La famiglia distrutta dal coronavirus: morti padre, madre e figlio in pochi giorni

L'ultimo a perdere la vita è stato Gianni Busso. Aveva 72 anni ed è deceduto nella notte all'ospedale dell'Angelo di Mestre

Un'intera famiglia distrutta dal coronavirus. È successo nel Veneziano, dove in meno di tre settimane sono morti figlio e genitori. Ivan Busso, 42 anni, noto falconiere di Malcontenta (Venezia), è deceduto il primo gennaio. Nel giorno del suo funerale, la settimana scorsa, si era venuto a sapere della morte della madre, Gina Smerghetto, 65 anni. L'ultimo ad andarsene, oggi, è stato il papà Gianni, 72 anni.

La famiglia Busso distrutta dal coronavirus

L'uomo era ricoverato per covid all'ospedale dell'Angelo di Mestre dall'11 dicembre ed è rimasto intubato per circa quindici giorni in terapia intensiva. Poi, una decina di giorni fa, l'avevano riportato in reparto, in Medicina. "Sembrava che il peggio fosse passato - ha detto la nuora Elisa, moglie di Ivan -. L'abbiamo visto in videochiamata l'altro ieri. Stanco e giù di corda, gli abbiamo fatto vedere la nipote (la figlia di due anni di Ivan ed Elisa). Sembrava stesse migliorando. Invece il cuore non ha retto e stanotte si è addormentato". È probabile che al funerale di Gina, fissato per giovedì 21 gennaio nella parrocchia di Sant'Ilario di Malcontenta alle 15, si aggiunga anche quello del marito Gianni.

All'inizio di gennaio era morto il figlio Ivan Busso, falconiere di 42 anni di Malcontenta, papà di una bambina di due anni. Nel giorno del suo funerale, il 15 gennaio scorso, poco prima della celebrazione delle esequie che sono state trasmesse anche online, la famiglia era stata avvisata della morte della mamma di Ivan, Gina Smerghetto di 65 anni. Ricoverata a Mestre dopo Natale, la donna è stata per circa una settimana in Medicina all'ospedale dell'Angelo prima di aggravarsi a causa del covid ed essere trasferita in terapia intensiva. Qui è rimasta per 15 giorni. Proprio durante l'ultimo saluto al figlio, il parroco aveva riferito della sua scomparsa. Un dolore che per la famiglia si è aggiunto alla ferita ancora aperta del decesso di Ivan. Lui era rimasto ricoverato a Dolo dall'8 dicembre, per complicazioni legate al covid, e ai primi di gennaio non ce l'aveva fatta.

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