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Martedì, 23 Aprile 2024
Ravenna

Franco, morto di Covid a 53 anni: "Mio padre era sano, non si meritava tutto questo"

Il racconto del figlio del dipendente della Marcegaglia di Ravenna. L’appello di un amico sindacalista: “A chi dice che il Covid non esiste o che lo prende solo chi è già malato dico: non è così. Franco era giovane ed era sanissimo. Vaccinatevi”

Franco Di Mauro aveva 53 anni. Dipendente della Marcegaglia di Ravenna, ancora giovane, in salute, non soffriva di alcuna patologia. A fine marzo ha contratto il coronavirus e dopo pochi giorni è stato ricoverato in ospedale a Ravenna. Sembrava che le sue condizioni stessero migliorando, poi si sono fatte via via sempre più critiche, fino al trasferimento in terapia intensiva a Lugo. Di Mauro non ce l’ha fatta ed è morto lunedì scorso, come racconta RavennaToday

"Era giovane e sanissimo: vaccinatevi, è l'unico modo per andare avanti"

"Venerdì 14 maggio avrebbe compiuto 54 anni, avrebbe potuto prenotare il vaccino. È stata una morte agghiacciante e sconvolgente, e anche chi in Marcegaglia prima non credeva nel Covid ha cambiato idea. A chi dice che il Covid non esiste o che lo prende solo chi è già malato dico: non è così. Franco era giovane ed era sanissimo. Vaccinatevi, è importante, le persone sono restie a farlo ma è l'unico metodo per andare avanti", è l’appello disperato di Aniello Carotenuto, dirigente e rappresentante sindacale Fim/Cisl in Marcegaglia, amico fraterno di Franco, con il quale nel 2003 si era trasferito dalla natia Campania a Ravenna in cerca di un impiego. "Posso assicurare che Franco era un uomo che pensava solo al lavoro, alla casa e alla famiglia. Era buono, generoso e umile, sempre disponibile a dare una mano a tutti, non ho mai sentito qualcuno lamentarsi di lui. Era molto orgoglioso di suo figlio Antonio e del fatto che fosse riuscito a diventare pasticciere. Aveva fatto tanti sacrifici per acquistare una casa per la sua famiglia e ne andava fiero, ma se l'è goduta poco. Ce lo hanno portato via troppo presto", racconta.

Dopo il ricovero in ospedale, Carotenuto e Di Mauro avevano continuato a sentirsi telefonicamente. Poi via via le condizioni di Di Mauro si sono fatte più gravi. "Per un po' ha avuto alti e bassi, ma aveva sempre febbre alta e problemi di respirazione. Tutti speravamo in un miracolo", ricorda Carotenuto. Mercoledì, nel napoletano, si sono svolti i funerali di Di Mauro, sepolto poi nella tomba di famiglia.

Il dolore del figlio Antonio: "Non si meritava tutto questo"

"Voglio far capire quanto mio padre fosse amato e amava. Voleva bene a tutti e si faceva amare da tutti. Mio padre mi ha sempre detto di fare ciò che più amavo nella vita, io ho fatto l'alberghiero e lui è sempre stato molto orgoglioso di me. Era un giocherellone, portava il sorriso ovunque, era sempre l'anima della festa, faceva sempre ridere tutti e ci teneva molto a passare il tempo in armonia. I colleghi mi hanno lasciato delle dediche davvero toccanti", è il ricordo del figlio Antonio, 23 anni. 

Il ragazzo è stato il primo ad ammalarsi, poi è toccato a suo padre e anche a sua madre, che lavora nell'Istituto delle Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret di Cervia, dove nei mesi scorsi si è innescato un focolaio di Covid che ha portato alla morte di 11 suore. "Io avevo la febbre a 38, lui quasi a 40 - spiega Antonio - La saturazione di mio padre continuava a scendere, respirava male, quindi lo abbiamo ricoverato. Purtroppo però non reagiva a nessuna cura: da quello che ci hanno spiegato i medici, il suo corpo reagiva talmente tanto per contrastare il virus che contrastava anche i farmaci". Poi, lunedì, l'ultimo saluto: "Lo hanno tenuto attaccato alle macchine per farcelo salutare. Caso vuole che quando siamo entrati i suoi battiti erano 54, e lui venerdì avrebbe compiuto 54 anni. Ormai si era negativizzato, quindi almeno abbiamo potuto salutarlo in ospedale. È salita dalla Campania anche mia nonna per salutare suo figlio... Oggi è incredula ed è abbattuta come tutti noi. Mio padre aveva solo 53 anni, e a 53 anni si ha ancora una vita davanti. Non si meritava tutto questo, era troppo buono... mancherà a tutti".

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