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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città Gorizia

Genova, genitori di bimbi ricoverati rubavano ad altri piccoli malati

Per individuare i ladri, gli agenti si sono infiltrati tra i medici. Rubato anche il tablet di una bimba non vedente. Coinvolti anche due dipendenti di una ditta di pulizie

GENOVA - Approfittavano della distrazione dei genitori impegnati nella cura dei loro figli ricoverati nei reparti dell’ospedale Gaslini per rubare cellulari e tabletlasciati incustoditi: dopo mesi di indagini, gli agenti del commissariato Sturla-Quarto sono riusciti a incastrare e denunciare per furto e ricettazione gli autori di una serie di furti che, nell’ospedale pediatrico genovese, avevano ricoverati anche i loro figli.

LE DENUNCE - L’operazione, come racconta Andrea Barsanti su Genova Today, era partita in seguito alle numerose denunce sporte dai familiari dei piccoli pazienti dell’ospedale, tra cui anche quella dei genitori di una bimba non vedente cui era stato sottratto il tablet che conteneva le foto e i filmati che la ritraevano quando ancora la grave malattia di cui è affetta non l’aveva privata della vista. Un furto che aveva suscitato rabbia e indignazione e spinto le forze dell’ordine, insieme con la direzione dell’ospedale, a raddoppiare gli sforzi per risalire agli autori dei furti arrivando anche a travestirsi da medici per riuscire a coglierli sul fatto. 

LA BANDA - Coinvolti in quelli che a oggi sono stati stimati intorno alla ventina di furti - ma potrebbero essere molti di più tenendo conto anche di chi ha deciso di non denunciare - anche due dipendenti di una ditta di pulizia esterna al Gaslini: in totale sono state quindici le persone denunciate, rintracciate grazie alle numerose segnalazioni delle vittime e all’aiuto del personale del Gaslini, che ha fornito agli agenti tutti i dati relativi ai dipendenti e ai pazienti presenti nella struttura nei giorni in cui erano spariti smartphone e tablet.

LE INDAGINI - Proprio incrociando i dati, visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza e controllando costantemente i reparti gli agenti, coordinati dal vicequestore Stefano Iardella, sono risaliti ai membri della gang, che nei loro raid avevano puntato smartphone e cellulari lasciati in carica nelle stanze o incustoditi su comodini o nelle tasche delle giacche, arrivando anche a sfilare il telefono dal camice del medico che stava visitando uno dei loro figli.

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