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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Giò, donna-boss uccisa e seppellita a faccia in giù: "Come i traditori"

Secondo gli inquirenti Giò, alla quale il clan Amato-Pagano aveva affidato la gestione di un bar in via Lussemburgo, fu rapita nelle prime ore del pomeriggio del sei maggio, quindi interrogata e torturata nei due giorni successivi

NAPOLI - Emergono nuovi inquietanti dettagli sulla morte di Giovanna “Giò” Arrivoli, la donna-boss che aspirava ad avere un ruolo importante tra i pusher di Melito e barbaramente uccisa qualche giorno fa. 

Secondo gli inquirenti Giò, alla quale il clan Amato-Pagano aveva affidato la gestione di un bar in via Lussemburgo, fu rapita nelle prime ore del pomeriggio del sei maggio, quindi interrogata e torturata nei due giorni successivi. Infine giustiziata, con due colpi alla testa e uno al cuore.

Il cadavere venne trasportato a bordo di un furgone rubato, quindi abbandonato in via Giulio Cesare dove gli assassini la seppellirono a faccia in giù. Una pratica che nel rituale camorristico indica il tradimento.

I carabinieri avevano arrestato uno dei presunti killer, ma l'uomo è stato rimesso in libertà per mancanza di gravi indizi, scrive NapoliToday.

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