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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Addio a Giovanni Assante, re della pasta di Gragnano: "Impossibile non volergli bene"

Il pastaio è scomparso a 71 anni a causa di un malore. Il critico Pignataro: "Grandissimo comunicatore, è stato il protagonista del rilancio della pasta artigianale". Gli amici: "Generoso e altruista, amava la condivisione"

Il mondo della pasta e della cucina piange la scomparsa improvvisa di Giovanni Assante, dello storico pastificio gragnanese Gerardo di Nola. A lui si devono molte intuizioni che hanno rilanciato il marchio italiano nel mondo. Ex missionario, Assante divenne direttore commerciale del "Pastificio di Nola" che riuscì a ricollocare nel settore della pasta di alta qualità, tanto che i suoi maccheroni sono nei menù di molti chef stellati.

Tanti i messaggi di stima e di cordoglio di colleghi ed amici. "Se va a soli 71 anni uno dei più grandi comunicatori della pasta di Gragnano che lo ha visto protagonista con il marchio Gerardo Di Nola", scrive il noto critico enogastronomico Luciano Pignataro. "Era impossibile non volergli bene: era un grandissimo comunicatore, un minuto dopo averlo conosciuto ti sembrava di essere da sempre in confidenza con lui. Amava la pasta e la pasta ha amato lui. È stato l’indiscusso protagonista del rilancio della pasta artigianale di Gragnano a partire dalla fine degli anni’80".

Ma Assante non era solo uno dei migliori pastai italiani. "Per capirlo - scrive Pignataro - bisogna pensare che a meno di vent’anni andò nel Mato Grosso, eravamo in pieno ’68, per progetto di alfabetizzazione delle aree rurali nella missione salesiana di Kejara: era questo impulso di generosità che ha saputo trasmettere anche quando poi è tornato in Campania trovando impiego nel pastificio di Castellammare".

La pasta, diceva Giovanni, "è il sentimento di chi la produce, è la sua anima, la sua cultura, la sua sensibilità al bello e al buono". Chi conosceva Assante lo ricorda anche per la sua cultura (era un infaticabile lettore) e per il suo impegno nell’aiutare i più sfortunati.  "È stato una persona di una generosità incredibile – ci racconta Alba, una sua amica di vecchia data - , aveva un altruismo innato e un grande amore per la vita" . Un uomo "di un ottimismo contagioso". "Il suo pastificio era un posto sempre aperto a tutti" raccontano gli amici. "Non era solo il pastaio. Il collante che teneva insieme tutto ciò che faceva era la condivisione, l’amore per il mangiare insieme, la voglia di fare le cose per la collettività".  

Di Assante molti ricordano il viaggio in Brasile dove andò a meno di vent’anni: "Camminava per chilometri e chilometri a piedi per portare cibo e medicinali ai lebbrosi e ai malati" ricorda Alba. Proprio nel Mato Grosso conobbe Marcello, un chirurgo che poi divenne uno dei suoi amici più cari: "Giovanni se n’è andato in modo sereno e dignitoso. Sono convinta che Marcello, morto 10 anni fa, se lo sia venuto a prendere come un angelo per portarlo con sé".

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