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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Brescia

Sfruttava i profughi a 3 euro l'ora, arrestato imprenditore: "Condizioni di lavoro disumane"

In manette anche il suo braccio destro, che si occupava del reclutamento

Gestivano un "giro" di profughi sottopagati, senza contratto, che venivano fatti lavorare in un calzificio di Carpenedolo, nel bresciano, per meno di 3 euro l'ora per circa 10 ore di lavoro al giorno. Per questo i carabinieri hanno arrestato un imprenditore bresciano di 56 anni, titolare dell'azienda - molto nota - e il suo braccio destro, un pakistano di 42 anni. Sono accusati di caporalato e rischiano da 1 a 6 anni di reclusione.

I militari sono arrivati a loro a margine di un'inchiesta sulla gestione dei richiedenti asilo. Nelle prossime ore i due accusati saranno richiamati a comparire davanti al gip. Dall'inchiesta emergono condizioni di lavoro definite "disumane". L'imprenditore e il suo braccio destro, che si occupava di reclutare i progughi, potrebbero anche dover pagare una pioggia di sanzioni: la multa prevista va da 500 a 1000 euro per ogni lavoratore coinvolto.

Le modifiche alla legge per il contrasto al caporalato sono molto recenti, risalgono a circa un anno fa: la nuova norma, oltre a caratterizzare la “condotta criminosa” del caporale (colui che appunto recluta i lavoratori sfruttando il loro “stato di bisogno”, per non dire disperazione) estende le responsabilità anche al datore di lavoro, colui che i lavoratori li utilizza “per sfruttarli”, ancora una volta “in ragione del loro stato di bisogno”, della loro disperazione.

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