Incendiata l'auto del sindaco, lui pubblica le foto su Facebook: "Non mi fate paura"

Ignoti nella notte hanno incendiato l'auto del sindaco di Serdiana (Sud Sardegna), Maurizio Cuccu. Lui sui social mostra coraggio: "Non mi fate paura". Le fiamme sono divampate in via Don Minzoni sabato sera.

"Io amo Serdiana". E un grande cuore rosso. Così inizia il post con cui su Facebook il primo cittadino racconta l'accaduto: "Proprio questo amore, che nutro fin da piccolo verso Serdiana e i Serdianesi, a guidare le mie scelte. L'unica mia "colpa", forse, è quella di non fare finta di nulla davanti a chi crede di poter stare nel nostro paese andando contro le regole. E allora, se questa è la mia colpa, ne sono orgoglioso, perché la strada intrapresa è quella giusta e non ci fermeremo!", scrive.

"Ho una formazione particolare e questo gesto non mi intimidisce per nulla! Rivolgendomi direttamente a chi stanotte mi ha bruciato la macchina - continua il sindaco - dico che il tuo gesto per me è un invito, forte, preciso e diretto, ad andare avanti con ancora più determinazione di prima! Cari Serdianesi, mi avete scelto come vostro sindaco anche per cercare di rendere Serdiana un paese più "pulito". Lo sto facendo, ogni giorno, aiutato da un gruppo fantastico di persone per bene".

"Ci metto la faccia, l'impegno e la responsabilità - prosegue il sindaco, classe 1981, eletto con una lista civica due anni e mezzo fa - arrivando ora anche a perdere ciò che è mio. Giovanni Falcone diceva: "Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare". Il vostro sindaco - conclude Cuccu - non è abituato a lamentarsi, sarò sempre il primo a fare, pagandone appunto anche il prezzo, ma per proteggere le nostre famiglie e soprattutto i nostri figli, dobbiamo aprire gli occhi, impegnandoci TUTTI INSIEME, per rendere la NOSTRA Serdiana il paese che merita di essere, comunicandolo chiaramente anche a chi forse questo non lo vuole".