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Giovedì, 25 Aprile 2024
Agrigento

Agguato in piazza, imprenditore ucciso a colpi di pistola: preso il killer

Il delitto è avvenuto a Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento: la vittima, il 66enne Lillo Saito, è stato frettado nella sua auto con diversi colpi alla testa

Un uomo di 66 anni, Lillo Saito, è stato ucciso con diversi colpi d'arma da fuoco mentre si trovava all'interno della sua auto in piazza Provenzani a Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. L'autore del delitto, il 44enne Angelo Incardona, si è consegnato spontaneamente ai carabinieri.  Secondo una prima ricostruzione, il killer si sarebbe avvicinato alla vittima mentre saliva a bordo della sua Chevrolet Captiva e gli avrebbe sparato, colpendolo soprattutto al viso con almeno 4 colpi che hanno attraversato l'abitacolo del mezzo e sono usciti dalla portiera del lato passeggero.

Omicidio Lillo Saita: preso il killer

Compiuto il delitto, Incardona si è allontanato e ha raggiunto casa dei genitori di Saito. Avrebbe bussato alla porta dei due (entrambi ottantenni) e avrebbe sparato diversi altri colpi di pistola, fortunatamente ferendoli soli in modo lieve. 

Gli anziani sono al momento ricoverati all'ospedale di Licata e sono stati già sentiti dai carabinieri. L'assassino sarebbe poi tornato a casa e avrebbe confessato tutto alla moglie, che lo ha convinto a costituirsi. Insieme, in auto, sono arrivati al Comando provinciale dei carabinieri di Agrigento. Stanno indagando i militari della Stazione di Palma di Montechiaro, coordinati dal Comando Compagnia di Licata. Anche il comandante provinciale Vittorio Stingo è a Palma per coordinare le operazioni. Sul posto è giunta poco dopo le 18 il magistrato Maria Barbara Cifalinò.

"Una storia di mafia"

"È una vecchia storia di mafia". Sono le uniche parole pronunciate da Angelo Incardona, 44 anni, subito dopo l'omicidio di Lillo Saito, 65 anni, freddato nel pomeriggio a Palma di Montechiaro, nell'Agrigentino. Dopo Incardona sarebbe tornato a casa e avrebbe raccontato tutto alla moglie che lo ha convinto a costituirsi e lo ha accompagnato al Comando provinciale dei carabinieri di Agrigento. Incardona, che ha precedenti per tentato omicidio, porto e detenzione abusiva di armi, non avrebbe in alcun modo spiegato il movente alla base dell'omicidio.

Gli stessi familiari dell'uomo e della vittima, ascoltati dai carabinieri, hanno riferito che i due non si conoscevano. Resta così al momento un giallo ciò che ha scatenato la furia omicida dell'uomo, che ha sparato anche ai genitori della vittima, raggiunti a casa e feriti fortunatamente non in maniera grave. Entrambi sono stati condotti all'ospedale di Licata, ma non versano in pericolo di vita. Nella zona dell'agguato non ci sarebbero telecamere. Nessuno avrebbe sentito gli spari.

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