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Sabato, 20 Aprile 2024
Città Treviso

Sfrattato dal loculo al cimitero: l'odissea di una famiglia

Una famiglia di Ponzano Veneto sta vivendo da un anno una vera odissea burocratica. Il loro defunto, che aveva preso in concessione un loculo nel 1981 ma è morto nel 2004, è stato "sfrattato" dopo soli 7 anni

TREVISO - Pensavano che il loro caro potesse riposare in pace e, invece, a sette anni dalla morte è arrivato "l'avviso di sfratto" dal loculo. E per una famiglia di Ponzano Veneto è iniziata un'odissea burocratica in classico stile italiano.

LO SFRATTO - Il 18 settembre 2011, a sette anni dalla morte del padre Angelo, Diana Sabialta hanno ricevuto una lettera da Contarina spa, la società che gestisce i servizi cimiteriali a Ponzano, che annunciava la scadenza della concessione relativa al loculo in cui è sepolto il padre e che invitava a decidere, entro 15 giorni, se e dove spostare il defunto, ovviamente facendosi carico delle ulteriori spese. Una doccia fredda per la famiglia Sabialta, convinta che Angelo avrebbe riposato in pace nel suo loculo per 30 anni.

1981 - Angelo Sabialta aveva sottoscritto la concessione trentennale relativa al loculo nel 1981 ed è deceduto nel 2004. L'anno scorso la famiglia scopre che i 30 anni non decorrono dalla data della tumulazione, bensì dalla data della sottoscrizione. Ma Angelo Sabialta non aveva stipulato un atto di concessione vero e proprio. Dettaglio che ha visto la vicenda complicarsi sempre di più.

CARO SINDACO - In un primo momento i familiari di Sabialta hanno pensato di rivolgersi al sindaco, Giorgio Granello, e a Contarina chiedendo una copia del Regolamento di polizia mortuaria e una deroga fino al 2034 alla scadenza della concessione. L'incontro con il primo cittadino, però, non ha sortito il risultato sperato: il Comune ha spiegato ai Sabialta che il vecchio regolamento probabilmente non esisteva e l'unico aiuto che veniva loro concesso era solo il rinnovo per 13 anni. Delusa, Diana Sabialta ha deciso di rivolgersi all'Associazione Difesa Consumatori per contestare la richiesta di Contarina e chiedere di avere copia del vecchio regolamento.

IL CONTENZIOSO - Grazie all'intervento di Adico, la famiglia Sabialta è riuscita a ottenere l'introvabile copia del vecchio regolamento cimiteriale, che confermava che la concessione scadeva effettivamente nel 2011. I Sabialta hanno però anche scoperto che al defunto Angelo, al momento della sottoscrizione della concessione non era stato fornito alcun documento formale scritto che attestasse la scadenza.

La famiglia si è resa quindi disponibile a rinnovare subito la concessione per altri 30 anni, pagando il 50 per cento del costo come previsto dal regolamento del 1960, ma nemmeno in questo senso hanno trovato un accordo con Contarina. Alla richiesta del rinnovo della concessione Contarina ha risposto chiedendo il pagamento di 1.050,08 euro. Nel 2011 infatti la concessionaria aveva proposto il rinnovo per altri 13 anni, conteggiandone il costo, che i Sabialta non avevano voluto pagare avviando la contestazione tramite Adico.

"BASTAVA AVVISARE" - "Se anche avessimo accettato il rinnovo per altri 13 anni non avremmo risolto niente, perché alla scadenza comunque i resti del nonno non sarebbero stati nelle condizioni di poter essere semplicemente spostati - spiega Monica Maso, nipote del defunto Angelo - Il Comune dovrebbe vigilare sui servizi che vengono erogati a suo nome e non lavarsene le mani e comportarsi con tanta superficialità: la parte di cimitero in cui è sepolto mio nonno, il blocco loculi Campiello, tra l'altro è abbastanza nuova, e non capisco perché si debbano spostare le salme qui tumulate invece di farlo dove le tombe hanno almeno 40 anni".

I Sabialta contestano inoltre il fatto che nel 2004 nessuno si sia premurato di avvisarli che la concessione stava per scadere: "A conti fatti ci sarebbe convenuto rinnovarla allora - sottolineano - cosa che ci avrebbe permesso di stare tranquilli per 30 anni, come ci aspettavamo e come si aspettava nonno Angelo, che aveva servito il suo Paese in guerra e che non aveva mai chiesto nulla al suo Comune di nascita. E' lo stesso regolamento del 1960 a prevedere di non aprire i feretri prima che siano trascorsi 30 anni dalla tumulazione in loculo per motivi igienici".

"A quanto pare 'riposare in pace' nel Veneto di oggi non è più possibile - conclude con rammarico la nipote di Angelo Sabialta - Quindi quello che vogliamo è semplicemente che il loculo del nonno non sia aperto e che ci venga concesso di pagare per lasciarlo lì altri 30 anni". "A distanza di oltre un anno dall'inizio di questa vicenda, ancora non si è trovata soluzione - commenta il presidente di Adico, Carlo Garofolini - senza contare che non parliamo di un servizio qualunque e che è inaccettabile che la burocrazia sia persecutoria anche quando in questi contesti così delicati". (da TrevisoToday)

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