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Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Palermo

Salvatore e Mariano, scomparsi nel nulla 29 anni fa: “Di questo caso bisogna continuare a parlare”

L’appello dei legali delle famiglie dei ragazzini di Casteldaccia, svaniti nel nulla il 31 marzo 1992. A settembre il gip ha respinto l’archiviazione del caso

Ogni 31 marzo, da 29 anni, si rinnova il dolore di due famiglie, quelle di Mariano Farina e Salvatore Colletta. I due ragazzi,  all’epoca di 12 e 15 anni, scomparvero nel nulla il 31 marzo 1992 a Casteldaccia, vicino Palermo. Anni di indagini, ipotesi investigative, possibili svolte e delusioni per un caso che ancora oggi non ha soluzione. In occasione del triste anniversario, gli avvocati delle famiglie di Mariano e Salvatore hanno lanciato un appello, per chiedere di “non spegnere i riflettori dell’opinione pubblica, men che meno dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine”. Un appello ai media e agli inquirenti ma anche un messaggio rivolto in generale alla comunità e al territorio per capire cosa sia successo quel 31 marzo di 29 anni fa e che fine hanno fatto Mariano e Salvatore. 

L'appello dei legali delle famiglie

“Salvatore e Mariano, quando sono scomparsi, erano due bambini ed è terribile non sapere, dopo 29 anni, che cosa sia loro accaduto”, dicono Bonaventura Zizzo, difensore della famiglia Colletta, e Roberta Gentileschi e Laura Genovesi, legali della famiglia Farina.

“È terribile per le loro famiglie, che hanno perso due figli e, riteniamo, sia terribile per la loro comunità e per un territorio, a cui chiediamo uno scatto d'orgoglio, al fine di contribuire alla battaglia per la ricerca della verità, unico obiettivo da perseguire in questa drammatica vicenda. Di questo caso, quindi, bisogna continuare a parlare e, su questo caso, bisogna continuare a lavorare strenuamente, così come sta facendo, in questo momento, la Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Palermo, cui va tutto il nostro sostegno e la nostra fattiva collaborazione”. 

La scomparsa di Mariano Farina e Salvatore Colletta

La mattina del 31 marzo 1992, Salvatore e Mariano decisero di non andare a scuola. Organizzarono un picnic al mare e si fecero accompagnare in motorino da un’amico fino a una spiaggia a un paio di chilometri da Casteldaccia, di fronte alla ville chiuse perché fuori stagione. I due comprarono dei biscotti e dei succhi di frutta mettendo tutto sul conto della nonna di Mariano. Al momento di salutare l’amico, i due ragazzi gli dissero di non voler tornare a casa. “Vogliamo andare a fare un giro per vedere com’è la vita”, affermò Mariano. Non era la prima volta che Mariano e Salvatore manifestavano desideri di fuga. Mariano, ad esempio, sognava di ritornare in America, dove aveva già vissuto da bambino con la famiglia fino a un paio d’anni prima della sua scomparsa.

Le ricerche, iniziate quella sera stessa, si concentrarono sulle ville vuote e sulle case abbandonate nei dintorni, come pure sulle campagne circostanti. Uno sforzo disperato che però non portò a nessuno esito. Diverse segnalazioni arrivano fin dai primi giorni delle scomparsa dei due ragazzini, ma anche in quel caso nessuna contribuì a far ritrovare Mariano e Salvatore. 

Respinta la richiesta di archiviazione del caso

Lo scorso settembre il gip Antonella Consiglio ha deciso di respingere la nuova richiesta di archiviazione della Procura, lasciando altri sei mesi per indagare sul caso e cercare di scoprire la verità sulla scomparsa dei due ragazzini. Nell’ordinanza, Consiglio ha dato indicazioni agli investigatori e ha rivalutato fortemente la pista mafiosa, chiedendo di sentire diversi collaboratori di giustizia. Il tratto in cui Mariano e Salvatore organizzarono quel picnic in spiaggia era quello in cui si trovavano le ville di diversi boss come Tommaso Spadaro e Filippo Marchese: il sospetto, come ricostruisce Sandra Figliuolo su PalermoToday, è che i due ragazzini abbiano potuto vedere qualcosa che non dovevano o che magari siano entrati in una delle ville subendo qualche ritorsione. Le famiglie dei due ragazzi non hanno mai avuto contatti con Cosa Nostra e tutti i pentiti ascoltati finora sulla vicenda non hanno fornito indicazioni utili a chiarire cosa sia successo. 

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