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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Colomban lascia la giunta Raggi: "Roma Capitale e le sue società sono compromesse"

L'assessore alle Partecipate ufficializza le sue dimissioni annunciate già a settembre e lo fa con una lettera a Virginia Raggi in cui dipinge un quadro a tinte fosche del bilancio capitolino. Al suo posto il sindaco ha nominato Alessandro Gennaro

ROMA - Ora è ufficiale: Massimo Colomban non è più un assessore della giunta Raggi. Le sue dimissioni dall'assessorato alle Partecipate sono ufficiali.  Al suo posto il sindaco di Roma Virginia Raggi ha nominato Alessandro Gennaro, dottore commercialista e già nello staff dell'assessorato in questi mesi. A darne comunicazione è stato il presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito, in apertura dei lavori odierni dell'Aula.

Come riporta Roma Today la notizia era già certa dal 20 settembre. Mancava solo l'addio ufficiale. A settembre Colomban aveva detto: "Avverranno dopo l'approvazione del piano di razionalizzazione delle partecipate da parte dell'Assemblea Capitolina". Sarà un addio anche al Movimento Cinque Stelle? "Ho abbracciato questa causa perché ho la fissazione di voler far ripartire l'Italia" la sua risposta.

Il sostituto di Massimo Colomban

Alessandro Gennaro, classe 1977, commercialista, revisore legale, docente alla Sapienza in Finanza del Governo d'impresa. La sindaca lo conosce "dall'agosto dell'anno scorso". Colomban lo benedice definendolo "una persona capace che sarà affiancata da un gruppo di lavoro". Gennaro non è il primo dalle parti del Campidoglio ad essere stato promosso ad assessore dopo una 'gavetta' nello staff. Prima di lui anche l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori è stato pescato dallo staff del vicesindaco Luca Bergamo. 

Colomban a Raggi: "Capitale e sue società compromesse"

La situazione trovata in Roma Capitale e nelle sue partecipate "era, e purtroppo in alcune aree ancora permane, molto difficile e compromessa: non sarà facile metterci rimedio per delle condizioni oggettive". Lo spiega l'ex assessore capitolino Massimo Colomban in una nota inviata all'Askanews dopo l'annuncio della sindaca Virginia Raggi del suo 'addio' alla Giunta.

"Non si può avere la qualità dei servizi di Milano - ribadisce l'ex assessore capitolino - tanto per fare una comparazione, quando le risorse pro capite sono la metà ed il territorio da servire 7 volte più esteso; la densità 3,5 volte inferiore e quindi i servizi più dispersivi; la lunghezza delle strade è 4-5 volte più estesa; i rifiuti in Kg/persona e le pulizie da provvedere sono il 30% in più poiché in Roma vengono servite giornalmente circa 4 milioni di persone a fronte di 2,8 milioni di cittadini paganti".

"Roma come Milano? Serve almeno un miliardo"

Secondo Colomban - qualsiasi critica rischierebbe di diventare inconsistente o fuorviante: fintantoché Roma non avrà almeno 1 miliardo (ma per essere alla pari con Milano ne necessiterebbero due) di maggiori risorse per le infrastrutture e servizi non riuscirà a fare miracoli; finché i mezzi di AMA ed ATAC in buona parte obsoleti e da rottamare non verranno sostituiti (e per sostituirli servono risorse per centinaia e centinaia di milioni di euro) Roma non può arrivare ad uno standard di Servizi di Nettezza Urbana e/o dei Trasporti alla pari delle grandi città del Nord".

"Non voglio fare critiche sul difficile lavoro (full time) che la Sindaca con molti degli Assessori e Consiglieri stanno facendo: Si stanno impegnando molto con abnegazione e sacrificio. Sul metodo ed organizzazione ognuno ha le proprie esperienze e la propria professionalità; mi limiterò quindi a dare il mio personale punto di vista sperando possa essere utile a qualcuno". 

L'assessore lascia dopo che il 29 settembre l'Assemblea Capitolina ha approvato il Piano di Riorganizzazione delle Partecipate che passeranno da 31 a 11: "Un risparmio di decine di milioni/anno - commenta Colomban - riorganizzazioni eseguite per il 20-30% nel primo anno e che verranno completate nei prossimi 2-4 anni dal mio successore con il GdL, Dipartimento e Staff dell'Assessorato"

L'assessore lascia dando anche consigli al Movimento che "deve cercare di perseguire l'innovazione con pragmatismo e gradualità senza danneggiare l'economia".

"Riguardo a questi temi ho purtroppo riscontrato molte opinioni divergenti, forse alcuni sperano nel tanto peggio per l'Italia tanto meglio per il Movimento, queste idee mi spaventano poiché sono l'opposto di ciò che un operatore pubblico o politico dovrebbe fare: per prima cosa pensare al bene dell'Italia, della sua Economia ed al benessere dei propri cittadini".

"Il Movimento è una forza giovane, irruenta, innovatrice che però deve trovare il modo di evolvere verso la indispensabile professionalità e capacità governativa - continua Colomban -; molte idee sono futuribili e condivisibili, come l'economia circolare dello zero rifiuti, la mobilità elettrica, L'autoproduzione energetica sostenibile, una logistica meno inquinante, la difesa delle identità e produzioni locali, uno sviluppo compatibile e sostenibile..ecc; avendo fondato nel 1999 il Kyoto Club credo e sostengo da sempre questi valori. Il Movimento deve cercare di perseguire l'innovazione con pragmatismo e gradualità senza danneggiare l'economia".

"A mio parere il Movimento deve cercare di non perdere una grande occasione, quella di evolvere da un Movimento idealista di protesta in un Movimento di Proposta in difesa dei Produttori (in difesa di tutti quelli che producono - sottolinea ancora Colomban -: imprenditori, lavoratori, professionisti) La vera Rinascita dell'Italia può avvenire solo partendo da qui, da un Movimento dei Produttori, che faccia valere in parlamento le ragioni dei milioni di lavoratori veri ed onesti (del privato e del pubblico) degli Imprenditori veri e non dei "prenditori" o peggio "predatori", di tutti i professionisti, delle partite IVA di tutti quelli che ogni mattina si alzano e celebrano l'art.1 della ns. Costituzione tanto bistrattata da una tassazione vessatoria ed insostenibile! L'Italia può e deve risorgere solo da qui".

L'ex assessore capitolino alle Partecipate Massimo Colomban aveva per Roma non soltanto un Piano per la riorganizzazione delle partecipate, ma un proprio progetto più ambizioso, denominato Roma Capital Mundi che è "purtroppo rimasto da aprile negli uffici della Sindaca". Lo spiega all'Askanews in una nota lo stesso Cplomban, che puntava, con un piano organico di azioni, di riportare la città a "Vivere, Muoversi, Studiare, Lavorare e Divertirsi."

Colomban pensava ad affidarne il coordinamento a dei gruppi di lavoro "sotto la regia della Sindaca, composti dai nostri Assessorati, con rappresentanti del Consiglio, ed includeranno anche i Municipi, le Associazioni e leader esperti da Roma, dall'Italia e dal mondo concordati fra Giunta, Sindaca e M5S".

Da essi doveva discendere "una serie di idee, un programma che dovrà dipingere il futuro di Roma non solo di lacrime e sangue, come sarà purtroppo la conseguenza della Riorganizzazione delle Partecipate e del Comune con i relativi tagli alle risorse disponibili - ammetteva Colomban nel documento di proposta - ma bensì di speranze ed ottimismo verso il futuro, che rilanci e faccia risorgere Roma come capitale mondiale della cultura, innovazione, progresso".

Tra le iniziative, Colomban proponeva un nuovo premio, dal titolo "Ornato pubblico", che sarebbe stato attribuito dalla sindaca Raggi, "utilizzando una piccolissima percentuale dell'Ici, per premiare gli interventi architettonicamente e paesaggisticamente pregevoli e, nello stesso concorso, penalizzare o mettere alla gogna pubblica i peggiori - spiegava l'ex assessore, nel documenti 'dimenticato' negli uffici di Raggi da sei mesi -. In alcuni anni questa azione potrebbe educare e formare i cittadini al senso civico, al rispetto del paesaggio e dell'ambiente che non è cosa propria, bensì un bene comune prezioso da rispettare, mantenere o meglio impreziosire". Altra azione, intitolata "L'industria restaura l'ambiente", prevedeva, d'accordo con le organizzazioni datoriali, "sgravi e facilitazioni per azioni di mitigazione paesaggistica, il recupero dell'ambiente come l'installazione di pannelli fotovoltaici o solari, soprattutto sulle parti opache delle fabbriche". Tutte idee rimaste silenti in un cassetto del Campidoglio.
 

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