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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città Reggio Emilia

Si "vende" in sposa per diecimila euro, 27enne si ritrova segregata da gruppo di pusher

Doveva essere un matrimonio di comodo: lei incassava i soldi e lo sposo otteneva la cittadinanza. E' iniziato un incubo. Gli aguzzini hanno però commesso una frode informatica, che ha fatto scattare le indagini

Doveva essere un "affare" che faceva comodo a tutti: lei incassava un po' di soldi, il suo "complice" otteneva la cittadinanza italiana. Invece per una 27enne della provincia di Modena, che ha accettato di diventare la moglie di un 31enne nordafricano, è iniziato un incubo. Si è trovata segregata prima in una casa e poi in un'altra, entrambe usate come base per lo spaccio di stupefacenti. I suoi aguzzini però hanno commesso un passo falso: una frode informatica che ha messo sulle loro tracce i carabinieri.

Questi i fatti. Una ragazza di 27 enne accetta di sposare un 31enne nordafricano. In compenso lei avrebbe incassato diecimila euro. Doveva essere una pura formalità per permettere all'uomo di avere la cittadinanza italiana. A questo punto per la 27enne inizia l'incubo. Il promesso sposo le toglie i documenti e il cellulare e la chiude in casa. Prima la affida e una coppia di albanesi che vivono a Reggio Emilia, poi la trasferisce in un’altra casa, in provincia di Verona, questa volta di proprietà di un connazionale. Entrambi i luoghi di prigionia, stando a quanto emerso nel corso delle indagini dei carabinieri, erano "basi" per lo spaccio di stupefacenti che vedevano convolto sia il 31enne sia altri complici. La giovane riesce a scappare "in modo fortunoso", dicono i carabinieri.

I militari dell'Arma si imbattono nella vicenda della 27enne quasi per caso. E' il mese di novembre 2020 e una ragazza di 29 anni  - che aveva smarrito il cellulare - una volta riattivata l'utenza si ritrova uno strano scambio di email con documenti di persone a lei sconosciute e così si rivolge ai carabinieri. Dalle indagini su quella che aveva tutti i contorni di una frode informatica, i carabinieri risalgono al 31enne promesso sposo. Quelli che la 29enne truffata aveva trovato, erano infatti i documenti usati dall'uomo per soggiogare la sua promessa sposa. La doppia inchiesta ha portato alla denuncia in stato di libertà per i reati di concorso in sequestro di persona, spaccio di stupefacenti, frode informatica e induzione al matrimonio mediate inganno di otto persone, tutte straniere, tra i 23 e i 43 anni residenti tra le province di Reggio Emilia, Verona e Torino.

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