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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Venezia

Massimo Benetton, campione di kayak muore annegato durante un'escursione con gli amici

È stato precursore della disciplina del freestyle. Ha anche contribuito allo sviluppo tecnico delle imbarcazioni. Sbalzato in acqua, è stato trascinato dalla corrente

Un tragico incidente mentre scendeva un torrente con alcuni amici. È morto così martedì sera Massimo Benetton, campione di kayak freestyle. Benetton, per tutti "Max la bomba", aveva 55 anni. È annegato nelle gelide acque del torrente Aurino a Campo Tures, in Trentino-Alto Adige, durante un'escursione con gli amici. 

Massimo Benetton era originario di Meolo (VE) ma era molto noto anche a Treviso: aveva lavorato per più di un decennio nella storica bottega di bici Pinarello di via Casa di Ricovero. Il suo mondo ruotava attorno al kayak. Passione e impegno lo avevano portato a diventare campione di discesa e precursore della disciplina del freestyle.

Benetton è stato sbalzato in acqua e la corrente lo ha portato via. Non è riuscito ad afferrare la fune che gli è stata lanciata dagli amici che erano con lui. Un'ipotesi è che sia finito in un "buco" (quando l'acqua sovrasta un grosso masso e crea una corrente che trattiene il kayak). Non si esclude però che possa avere avuto un malore.

"È morto un campione. Il pioniere del kayak freestyle e rodeo in Italia, canoista estremo e uno dei più preparati del Paese", ricorda Arcangelo Pirovano Todeschini, socio fondatore della Federazione italiana di canoa turistica. Secondo Todeschini, come si legge su VeneziaToday, "il buco non è stato il problema perché lui con i buchi ci giocava - spiega -. Dato l'orario in cui è entrato nel fiume, di sera dopo il lavoro, era sicuramente andato ad allenarsi: nulla di pericoloso. Esperto e preparato com'era sapeva benissimo quali manovre compiere con il salvagente, che sicuramente indossava martedì. Il buco per un professionista è un momento di divertimento". Per chi conosceva Max Benetton, dev'essere stato vittima di un malore. "Dentro al buco non l'hanno visto eskimare - riferisce l'amico Didy dalle Filippine - poi hanno lanciato la corda, ma senza successo. Quando sono riusciti a recuperarlo ed è arrivato l'elisoccorso il cuore quasi non batteva più".

Max Benetton ha introdotto il kayak freestyle una trentina d'anni fa in Italia. È considerato una delle massime espressioni della canoa italiana, anche per aver innovato le tecniche di realizzazione delle barche vedendo il potenziale dell'uso della fibra di carbonio che, come nelle biciclette, riduce il peso della barca e le permette di "volare". "Avevo avuto l'onore di conoscere Max nei fiumi trent'anni fa, al Canoa club di Ponte di Piave", ricorda il compagno e istruttore di kayak di Treviso, Cristian Bertolin. 

La lunga esperienza del campione - secondo posto ai mondiali di freestyle in Inghilterra nel 2022 - e per dieci anni alla Cicli Pinarello della Marca, gli aveva fatto pensare a quei primi esperimenti con materiali innovativi anche sui kayak. "Ha dato un contributo enorme con i modelli che portano il suo nome - continua Bertolin - Lui era l'atleta, sapeva coinvolgere, entusiasmare, consigliare e accompagnare. Ha messo le sue competenze e la grande esperienza a disposizione dello sport e degli altri, vivendo completamente il kayak - ricorda Bertolin - Ha pagaiato in Europa, Nuova Zelanda, Stati Uniti. Era una persona semplice e disponibile. Il torrente Aurino è certamente molto impegnativo. Ma la morte di Max è completamente anomala, è una fatalità. Una persona esperta come lui aveva pagaiato di sicuro al di sopra di quel livello".

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