Messina senz'acqua: dichiarato lo stato di emergenza
La decisione presa dal Consiglio dei ministri che ha dato poteri straordinari alla Protezione civile. Il sottosegretario De Vincenti: "Colpa di arretratezza e scarsità di investimenti, una situazione che si protrae da anni"
ROMA - Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per la città di Messina. Lo ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, parlando in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri: "Oggi il Cdm ha dichiarato lo stato di emergenza della città di Messina, questo ha dato poteri straordinari alla Protezione civile nazionale".
LA PROTEZIONE CIVILE - A Messina, ha spiegato De Vincenti, la "situazione è molto difficile, intollerabile per i cittadini". Una situazione che "richiede una svolta in tempi rapidi" anche se "non sarà una facile" a causa di una "arretratezza e scarsità di investimenti che si protrae da anni. Quando saremo sul posto vedremo esattamente i tempi del ritorno alla normalità. In ogni caso, subito ci sarà il potenziamento dei servizi di emergenza. Naturalmente la partita di fondo si gioca sulla rimessa in gioco dell'acquedotto"
COSA FARE - "Il primo compito che abbiamo oggi - ha concluso - è fornire l'acqua, in prospettiva però si deve cambiare musica: bisogna cambiare il modo in cui si gestiscono i servizi idrici in quell'area. E' ora di arrivare a una gestione moderna, su base industriale, dei servizi idrici".
NUOVO GUASTO - In queste ore un nuovo guasto alla rete idrica ha messo ulteriormente in ginocchio la città dello Stretto, ormai quasi a secco da due settimane. Stavolta la rottura ha interessato il bypass realizzato pochi giorni fa per risolvere l'emergenza, e che collega la condotta idrica di Fiumefreddo all'acquedotto di Alcantara, che consentiva, seppur a rilento, di portare l'acqua a Messina. Il cedimento si è verificato nel territorio di Forza d'Agrò, e la Sicilacque, la società che gestisce l'acquedotto dell'Alcantara, è impegnata in queste ore nel trovare una soluzione in tempi rapidi. Con il bypass in funzione, nel capoluogo peloritano arrivavano circa 300 litri d'acqua al secondo: una quantità che consentiva di far fronte all'emergenza.
LA SITUAZIONE - Adesso Messina può contare, oltre che sulle navi cisterna e sulle numerose autobotti impegnate sopratutto nella parte alta della città, dove l'afflusso d'acqua è più difficile a causa della minor pressione, sull'acquedotto della Santissima, che può garantire però una portata di 200 litri al secondo, a fronte di un'esigenza di 970 litri al secondo.