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Martedì, 23 Aprile 2024
MILANO

Niente cittadinanza al Dalai Lama, a Milano è scontro Grillo-Pisapia

E' soprattutto il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, a non mandar giù la decisione di fare dietrofront sull'onorificenza: "Milano si è piegata ai nadè cinesi"

Palazzo Marino ha votato per non dare l'onoreficenza della cittadinanza onoraria al Dalai Lama - a Milano la prossima settimana -, ma, in qualche modo, la decisione sarà "compensata" dal ricevimento della personalità religiosa buddista dal primo cittadino.

Giuliano Pisapia ha detto che una soluzione alternativa come "una manifestazione dentro al Consiglio comunale con il Dalai Lama può essere una soluzione convincente e ragionevole e un punto di equilibrio", e l'inizio di un percorso "verso un segnale che può essere anche più forte (rispetto all'onorificenza, ndr), una decisione più giusta e adeguata".

A riguardo, il sindaco, si è rimesso alla volontà dell'aula, spiegano che " rispetterò e difenderò la posizione del Consiglio". 

Nel suo discorso Pisapia ha affermato di non aver avuto "nessun incontro ufficiale o telefonico né con il ministero degli Esteri, né con l'Ambasciata cinese. Ho incontrato, in occasione della cena organizzata dalla Fondazione Italia - Cina, la console cinese di Milano che mi ha comunicato che la cittadinanza onoraria al Dalai Lama sarebbe stata interpretata come un segnale di inimicizia verso il popolo cinese". "

Ho risposto che non era questa l'intenzione del Consiglio comunale che voleva invece celebrare il grande impegno per la pace e il confronto interreligioso del Dalai Lama e che non potevo che rispettare la decisione dell'aula assumendomi le me responsabilità. Il primo cittadino ha quindi assicurato che "noi non accettiamo diktat da nessuno, siamo autonomi, ma non vogliamo creare inimicizia ma pace".

E' SCONTRO CON GRILLO - Il dietrofront del Comune di Milano sulla cittadinanza onoraria al dalai lama (a Milano la prossima settimana) ha fatto imbestialire Beppe Grillo, che dalle colonne del suo seguitissimo blog attacca il primo cittadino Giuliano Pisapia. La "pezza" di Palazzo Marino - un Consiglio comunale ad hoc - non sembra convincere troppo il comico genovese.

"Gli era stata promessa la cittadinanza. Per ragioni di bottega gli è stata negata con il solito teatrino all'italiana e la nuova maschera lombarda a far la figura di merda: il facondo Pisapippa, una via di mezzo tra Balanzone e Arlecchino, il "vorrei ma non posso" di piazza della Scala, il dimissionario dall'Expo, ma anche no. La Cina, oltre ad aver occupato il Tibet, ha occupato anche Palazzo Marino. I neo maoisti meneghini hanno bocciato l'onorificenza a Tenzin Gyatso in nome dei danè".

"La Cina ha infatti minacciato di non partecipare all'Expo 2015 e pressioni di ogni genere sono arrivate in questi giorni al Comune di Milano da parte degli investitori cinesi. La nuova bandiera comunale dovrebbe essere un paio di mutande rosse. Io ho avuto l'onore di incontrare il Dalai Lama nella sua ultima visita a Milano. Mi concesse mezz'ora del suo prezioso tempo e, alla fine del colloquio, mi donò una sciarpa bianca e un forte abbraccio. Gli promisi il mio appoggio", prosegue

Poi il paragrafo più forte della sua requisitoria: "Il Tibet è occupato, straziato, e l'Italia fa affari con chi lo occupa senza provare vergogna e si lascia ricattare nelle sue decisioni politiche per motivi economici. A questo punto è arrivato il Paese di Michelangelo e Giulio Cesare, di Leonardo e di Marconi, a farsi condizionare come un pezzente nei suoi rapporti internazionali. La dignità ce la siamo messa nel culo. Mi è arrivata notizia di una telefonata direttamente al presidente del Consiglio Comunale di Milano da alte autorità cinesi perché dissuadesse Pisapia dalla cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Spero che non sia vero e che, nel caso, si sia risposto con un vaffanculo in cinese".

"Ma senza dubbio mi illudo. In Tibet sta avvenendo qualcosa di inaudito, contro l'occupazione cinese si stanno dando fuoco le giovani madri. Finora era successo solo per gli uomini. Il Tibet è circondato da un muro di omertà alla cui costruzione partecipa anche l'Italia. Buttiamo giù il muro. I muri sono da sempre impastati con il sangue dei popoli", conclude Grillo.

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