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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Brescia

Il tragico destino di Nadia, uccisa a coltellate da un suo paziente

Nadia Pulvirenti è stata uccisa da dieci coltellate sferrate da Abderrhaim El Mouckhtari, 54enne marocchino ospite della struttura protetta di Iseo dove la 25enne lavorava da due anni

ISEO (BRESCIA) - Uccisa da uno dei pazienti di cui si prendeva quotidianamente cura per passione, prima che per dovere. Nadia Pulvirenti è morta in una soleggiata mattina di gennaio, a soli 25 anni. Ad ucciderla le dieci coltellate sferrate da Abderrhaim El Mouckhtari, 54enne marocchino affetto da problemi psichici, ospite della Cascina Clarabella, consorzio di cooperative sociali che si occupa dell'inserimento lavorativo di persone con disabilità psichiche e fisiche. Una struttura dove la giovane donna, laureata in tecnica della riabilitazione psichiatrica all'università di Verona, lavorava stabilmente da circa due anni.

IL RACCONTO DI BRESCIA TODAY - Stando alle prime indiscrezioni trapelate, l'omicidio si sarebbe consumato al termine di un litigio scoppiato per futili motivi all'interno del mini alloggio dove viveva il 54enne, in regola con il permesso di soggiorno. L'uomo avrebbe impugnato un coltello, forse da cucina, e avrebbe sferrato, senza alcuna pietà, dieci colpi di fendente sul corpo di Nadia, che avrebbe provato a difendersi. Le urla della 25enne avrebbero attirato una collega, che ha dato l'allarme intorno alla 11.30 di martedì.

I SOCCORSI - Mentre il personale della cooperativa e i sanitari del 118, arrivati sul posto con l'elicottero, tentavano inutilmente di soccorre la giovane vittima, il 54enne ha lasciato la struttura. È stato individuato poco dopo mentre percorreva a piedi via la provinciale che collega la frazione di Cremignane al centro di Iseo, da una pattuglia della Polizia locale.

L'ARRESTO - Gli agenti avrebbero riconosciuto l'uomo, di cui nel frattempo i Carabinieri avevano diffuso la descrizione, e lo avrebbero fermato nei pressi di un campeggio. Sui vestiti erano ben evidenti i segni dell'efferato omicidio appena compiuto: il 54enne si sarebbe consegnato spontaneamente, senza opporre resistenza. Pare volesse costituirsi: durante il tragitto avrebbe infatti chiesto ad un passante indicazioni su come raggiungere la stazione dei Carabinieri. Portato nella caserma di Chiari per lui sono scattate le manette per omicidio volontario aggravato da futili motivi. Interrogato a lungo dai militari, coordinati dal comandante Stefano Giovino, l'uomo non avrebbe risposto alle domande. In serata è stato trasferito nel carcere di Canton Mombello.  

LA TRAGEDIA - Una tragedia inaspettata che ha scioccato gli operatori e i volontari della cascina Clarabella. Stando a quanto riferito da fonti interne alla cooperativa, pare che il 54enne non avesse mai dato problemi, avrebbe anzi sempre mantenuto un condotta tranquilla, fino al drammatico e improvviso raptus di martedì.

LA STORIA DI NADIA - Di origini siciliane, Nadia abitava con il fidanzato a Castegnato, paese in cui era cresciuta. Nel comune alle porte della città vivevano anche i suoi genitori, entrambi impiegati in ufficio postale della città.  Per Nadia prendersi cura delle persone più deboli e fragili era da sempre una missione, più che una mansione. Attivissima nel mondo del volontariato bresciano, per alcuni anni ha collaborato anche con la sezione bresciana dell'Aism (associazione italiana sclerosi multipla). Una ragazza dotata di una grande sensibilità verso gli altri e di una straordinaria dolcezza, molto amata dai suoi pazienti. Così la 25enne viene ricordata a Castegnato e da chi l'ha conosciuta in ambito professionale. 

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