Neonato di 4 mesi in ospedale con lesioni, è in coma: "Ipotesi scuotimento"
Si teme che sia vittima di una forma di maltrattamento nota come "Sindrome del bambino scosso". Aperta un'indagine
In una culletta del reparto di Terapia intensiva all'ospedale della donna e del bambino di Verona c'è un neonato di appena quattro mesi, è in coma e la procura ha aperto un'indagine contro ignoti. Il bimbo presenta delle lesioni che potrebbero essere state causate da un forte scuotimento, che avrebbe innescato un versamento intracranico. Si potrebbe infatti trattare - ma a oggi è solo un'ipotesi - di un caso di "Sindrome del bambino scosso", o "Shaken baby".
Come si apprende dalla stampa locale, il piccolo è stato portato in ospedale circa un mese fa e i genitori hanno raccontato che si era svegliato nel cuore della notte piangendo. I medici, dopo aver raccolto informazioni dai parenti, hanno avvertito la squadra mobile che ha avviato le indagini. Non ci sono indagati.
La Sindrome del bambino scosso
La Sindrome del bambino scosso è una delle forme più gravi di maltrattamento fisico del neonato e del lattante, rappresentando la prima causa di morte per abuso. La maggior parte dei casi si verifica nel primo anno di vita, con una maggior frequenza nei primi sei mesi.
Questa forma di maltrattamento consiste nel violento scuotimento del bambino con possibile trauma cerebrale e conseguenti complicanze neurologiche. Ciò accade quando il bambino tenuto per il tronco viene vigorosamente scosso; in questo caso il capo subisce rapidi movimenti di rotazioni e, per le sue grandi dimensioni e una muscolatura del collo ancora inadeguata, il contenuto della cavità del cranio o encefalo va incontro a rapida accelerazione e decelerazione con trauma contusivo contro la scatola cranica, lesione dei nervi e rottura dei vasi sanguigni con emorragie.
I consigli dei pediatri per i neogenitori
"Il pianto del bambino, nei primi mesi di vita, sembra davvero inconsolabile. Di fatto, piangere, è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare - spiegano dalla Società italiana di pediatria -. Può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole o del contatto fisico per essere rassicurato. Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo. Perché anche se può sembrare un gesto banale, i danni sul bambino, potrebbero essere gravissimi.
Sono, invece, tante altre le soluzioni che si possono mettere in atto per cercare di calmare il pianto di un neonato:
- cullarlo nella carrozzina;
- fargli fare un giro in macchina;
- fargli un bagnetto rilassante;
- fasciarlo con un lenzuolo piegandogli gli arti in modo che ritorni nella posizione fetale;
- fargli sentire un fruscio o un rumore continuo (come un phon o una lavatrice o un aspirapolvere).
Se il pianto non si ferma e diventa davvero esasperante, la cosa migliore da fare, se non lo si riesce più a gestire e a sopportare, è lasciare il bambino in un posto sicuro e allontanarsi fino a quando non si è riacquistato un certo equilibrio. O in alternativa, chiedere aiuto ad altri membri della famiglia o amici e, nei casi più importanti, lasciare che un medico visiti il bambino, se ci sono dei dubbi sul suo stato di salute".