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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Forte odore di bruciato in città: a Milano è psicosi per l'aria irrespirabile

Tante segnalazioni a Milano per il forte odore di bruciato che si respira in tutta la città, dopo l'incendio del deposito di rifiuti di via Chiasserini

Cielo grigio, a tratti bluastro, e aria difficile da respirare. Sono passati tre giorni dall'incendio di via Chiasserini, e un odore acre investe ancora la città di Milano. Nessun agente inquinante pericoloso nell'atmosfera, assicura l'Arpa Lombardia che ha monitorato l'aria, ma in alcune zone del capoluogo lombardo si percepisce un forte odore tale da rendere l'aria irrespirabile, portato dal debole vento che dalla notte di ieri ha soffiato da Nord, investendo il settore occidentale della città. E sebbene si tratterebbe di sole "molestie olfattive" - perché dalle misure effettuate la sera del 14 ottobre "non sono state rilevate criticità rispetto agli inquinanti più pericolosi nell’immediato, come monossido di carbonio, ammoniaca, acido solfidrico, aldeidi, chetoni" -, ieri ATS -Città Metropolitana di Milano ha comunque consigliato "per le aree interessate, di tenere chiusi gli infissi per evitare infiltrazioni di fumo all’interno dei luoghi in cui si soggiorna; di evitare attività fisica all’esterno; di evitare il consumo di vegetali o altri alimenti conservati all’esterno".

Puzza di bruciato nell'aria e cattivo odore a Milano: cosa succede?

"Il capannone incendiato in via Chiasserini - ha spiegato ieri il sindaco Beppe Sala in un post su Facebook - era stato sottoposto, già giovedì scorso, a controlli da parte di Città Metropolitana e Polizia Locale portando alla luce uno stoccaggio irregolare di rifiuti, subito segnalato alla Procura. Con i nostri tecnici e con la Polizia Locale ci siamo messi a completa disposizione della Questura e forniremo qualunque supporto utile alle indagini. Vanno accertate le responsabilità sui rifiuti irregolarmente stoccati. In ogni caso non intendiamo sottovalutare un problema che è certamente nazionale, ma il business illecito che gira intorno ai rifiuti deve ricevere da Milano un messaggio chiaro di opposizione".

Incendio capannone Bovisasca (MilanoToday)

Secondo quanto riporta MilanoToday, in molti si sono informati con i vigili del fuoco o suoi social sull'eventuale presenza di nuovi incendi a Milano, ma oltre ai due scoppiati il 14 e il 15 ottobre: quello vastissimo al capannone di rifiuti di via Chiasserini, tra Quarto Oggiaro e Bovisasca, e quello con alte fiamme al deposito, sempre di rifiuti, di Novate Milanese: non ci sono sono incendi di rilievo. In particolare, mercoledì 17 ottobre, l'incendio di via Chiasserini, secondo il comando provinciale dei vigili del fuoco, è quasi domato. Ci sono solo piccoli focolai ma si stanno scandagliando i rifiuti per spegnerli definitivamente. "Sapete se ha preso fuoco qualcosa, dalle parti di Via Lombroso (zona Ortomercato) c’è un odore di bruciato più forte del solito, ogni tanto si sente quando bruciano i panettoni o le brioche in un stabilimento lì vicino, ma oggi è molto più forte", chiede un lettore attorno alle 9. Quasi in contemporanea un'altra lettrice invia una foto e scrive: "Ciao sono in zona Fiera/ City Life e anche questa mattina non si respira: c’è un'aria acre che fa piangere gli occhi e irrita la gola. La foto non rende ma la nebbia non è bianca come sempre, ma con sfumature bluastre. Ma che cavolo stiamo respirando?".

Milano è la nuova 'terra dei fuochi' 

Dal Comune viene la raccomandazione per chi abita nelle vicinanze del rogo di "sostare il meno possibile all'aperto", oltre a "non mangiare verdura o frutta prodotta nell'area", come si legge in una nota. Nella giornata del 16 ottobre l'incendio continuava a divampare, alimentato dall'enorme quantità di rifiuti presenti nell'area, nonché dal vento. "Se dovessero presentarsi ulteriori criticità non esiteremo a prendere altri provvedimenti", scrive il Comune, assicurando che in futuro impianti di stoccaggio e smaltimento di rifiuti saranno soggetti a norme più severe. Tutto questo oltre al lavoro della polizia e della magistratura per individuare l'eventuale causa dolosa del gigantesco rogo.

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