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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Trapani

Uccise il cognato 23 anni fa: arrestato

Le indagini sono state riaperte dalla Procura di Trapani dopo che una delle figlie della vittima, nell'agosto 2020 (a 22 anni dall'uccisione del padre) si era rivolta ai carabinieri di Salemi, affermando di nutrire dei sospetti sul presunto autore dell'omicidio

Su richiesta della Procura, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani hanno arrestato ieri un pensionato 69enne del posto, Antonio Adamo, come presunto responsabile dell'omicidio aggravato del cognato, Benedetto Ganci, commesso la sera del 5 novembre 1998, nelle campagne di Fulgatore, piccola frazione del Trapanese.

Le indagini sono state riaperte dalla Procura di Trapani dopo che una delle figlie della vittima, nell'agosto 2020 (a 22 anni dall'uccisione del padre) si era rivolta ai carabinieri di Salemi, affermando di nutrire dei sospetti sul presunto autore dell'omicidio. Gli spunti offerti dalle dichiarazioni della giovane (all'epoca dei fatti ancora minorenne), hanno portato alla riapertura del "cold case", vicenda che vent'anni prima era stata archiviata a carico di ignoti per la ritenuta insufficienza di elementi a carico dell'indagato.

Gli investigatori hanno proceduto ad un'analisi retrospettiva degli atti contenuti nel fascicolo in precedenza archiviato, da cui già si evinceva che Ganci, dopo essere stato attirato in campagna, era stato ucciso con inaudita ferocia con dei paletti in cemento, con i quali era stato colpito ripetutamente e improvvisamente al volto, al capo e agli arti superiori sino a perdere la vita per le gravissime lesioni procurate.

Gli inquirenti hanno, quindi, approfondito le indagini con attività di intercettazione e attraverso l'incrocio di dichiarazioni plurime rese da numerose persone informate sui fatti, in particolare appartenenti al nucleo familiare della vittima. Il lavoro di ricostruzione, nonostante il lungo periodo di tempo intercorso, ha consentito quindi di raccogliere gravi indizi nei confronti di Adamo.

L'uomo, secondo quanto emergerebbe dai riscontri finora posti in essere, avrebbe covato per diversi anni un sentimento di profondo astio verso il cognato in quanto quest'ultimo, intuendo le morbose attenzioni, anche di natura sessuale, mostrate da Adamo nei confronti delle sue figlie, lo avrebbe redarguito in più occasioni intimandogli di restare lontano dalle nipoti. La vittima, pertanto, sarebbe stata ritenuta un ostacolo ai desideri sessuali nutriti nei confronti, in particolar modo, di una nipote (all'epoca minorenne). Ganci sarebbe stato quindi attirato da Adamo in orario serale presso un casolare di campagna, isolato rispetto al centro abitato, e lì barbaramente ucciso.

Le indagini hanno messo in luce anche il possibile coinvolgimento del defunto padre del presunto omicida in quanto non avrebbe riferito, all'epoca, fatti cui aveva direttamente assistito quando, la notte dell'omicidio, sorprese il figlio intento a ripulirsi da delle macchie di sangue.

Grazie agli elementi raccolti, il GIP del Tribunale di Trapani, accogliendo le richieste della Procura, ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere, ravvisando - quanto alla sussistenza delle esigenze cautelari - un concreto e attuale pericolo di inquinamento probatorio, anche tenuto conto del fatto che l'arrestato, temendo di poter essere denunciato ed indagato, aveva minacciato le persone a conoscenza di elementi a suo carico.

Il GIP, inoltre, ha ritenuto sussistente un concreto pericolo di fuga, desunto sia dalla condotta complessiva tenuta da Adamo fin dal periodo immediatamente successivo all'omicidio (quando si rese volontariamente irreperibile, trasferendosi in Germania), sia dal suo stato di formale latitanza quando era ricercato per altri reati. Le indagini degli inquirenti proseguono per raccogliere ulteriori riscontri all'ipotesi investigativa.

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