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Martedì, 23 Aprile 2024
Città Reggio Emilia

Omicidio Tiziana Gatti, il genero l'avrebbe uccisa dopo un litigio

L'uomo nega di averla accoltellata con una katana

Un futile litigio. Questo avrebbe scatenato la furia di Osborne Tukpeh Antwi, l'uomo accusato di omicidio volontario per aver ucciso la suocera Tiziana Gatti, 62 anni, la mattina del 21 marzo a Castelnovo Sotto, nella Bassa Reggiana. Secondo quanto emerso dagli accertamenti svolti dai carabinieri, coordinati dal pm Cristina Piera Giannusa, l'uomo, 36enne, avrebbe ucciso la donna perché quest'ultima gli avrebbe chiesto di restituire il cellulare alla figlia Paola Melli, la compagna con la quale ha avuto due figli e con cui era già in forte crisi sentimentale.

L'omicidio è avvenuto intorno alle 7 del mattino, davanti agli occhi del figlio di 4 anni dell'assassino e mentre la figlia della vittima si stava preparando in un'altra stanza. È stata la stessa donna a chiamare i soccorsi e carabinieri, dando l'allarme sulla tragedia. 

Come ogni mattina, la 62enne si era recata nell'appartamento di sua figlia e del suo compagno per prendere il piccolo di 4 anni e accompagnarlo a scuola e poi poi tornare a casa e badare all'altro figlio della coppia, che ha appena 15 mesi.

Gli sviluppi delle indagini

Da quanto ricostruito, la donna appena entrata nell’abitazione, avrebbe avanzato la richiesta al compagno della figlia. Il giovane, dopo aver sentito quell'invito, ha poi reagito in modo brutale. Il 36enne, secondo le ricostruzioni degli inquirenti a seguito dell'interrogatorio, avrebbe afferrato la donna alle braccia per poi iniziare a spintonarla. Poi, le avrebbe fatto battere la testa sui gradini della scala interna alla casa, ferendo la donna nella parte posteriore del capo, all’altezza del cervelletto. L'uomo l’avrebbe colpita più volte con una katana di piccole dimensioni, che era in casa.

Ma il 36enne smentisce la ricostruzione e sostiene di non aver accoltellato la donna. La scena del delitto presenta diversi oggetti sparsi, tra cui una collezione di katane dell’uomo dentro una scatola. Secondo il 36enne, una di queste spade sarebbe scivolata dal contenitore e avrebbe colpito la donna alla testa, nella parte posteriore, all’altezza della nuca. Sarà l'autopsia disposta dalla Procura a fare luce su quanto accaduto, ma gli inquirenti ritengono che il solo impatto del cranio con i gradini possa aver causato la morte della 62enne.

Dalle testimonianze raccolte, erano frequenti i litigi tra suocera e genero. Sembra che la vittima avesse spinto in diverse occasioni l'uomo a lasciare l'appartamento in cui abitava con la compagna e i suoi due figli piccoli. La giovane coppia non era sposata e da diverso tempo era già in forte crisi sentimentale. Il marito della vittima e nonno dei due nipotini aveva consigliato alla figlia di lasciare l'uomo, che non aveva mai dato in escandescenza. 

La Procura ha formulato l’ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato da futili motivi. L'uomo è in stato di fermo giudiziario.

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