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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città Napoli

Omicidio Vincenzo Ruggiero, la confessione: "Abbiamo litigato e l'ho ucciso"

Il presunto omicida del giovane attivista per i diritti gay ha spiegato agli inquirenti com'è andata quella tragica sera del 7 luglio

"Si, l'ho ucciso io Vincenzo, perché aveva una relazione con il mio compagno”. Così, agli investigatori, il 35enne arrestato per l'omicidio di Vincenzo Ruggiero, 25enne attivista gay la cui scomparsa era stata segnalata il 7 luglio scorso. “Dopo – ha spiegato l'omicida – ho caricato il cadavere in auto e l'ho gettato in mare a Licola”. Le ricerche del corpo proseguono nello specchio di mare antistante Licola, nel Comune di Giugliano.

Il delitto - ricostruisce NapoliToday - sarebbe avvenuto proprio il giorno in cui la vittima è stata vista l'ultima volta, quel tragico 7 luglio scorso, quando la madre del 25enne ne aveva denunciato la scomparsa. Della vicenda aveva parlato anche l'Arcigay di Napoli. Si era pensato anche ad un allontanamento volontario. I carabinieri, guidati dal maggiore Antonio Forte, hanno iniziato a monitorare eventuali movimenti della vittima, compresi i possibili prelievi di contanti dal suo conto. Il cellulare, inoltre, era spento. Da lì i sospetti che si trattasse di una tragedia.

Gli inquirenti hanno scoperto che uno studio privato proprio di fronte casa della vittima, ad Aversa, aveva la telecamera puntata verso l'ingresso dell'abitazione. A quel punto hanno controllato quanto registrato la sera del 7 luglio. Il 35enne, che oggi ha confessato il delitto, si infilava nel portone dell'abitazione della vittima. Poi l'arrivo di quest'ultimo. Le telecamere hanno immortalato tutto, anche quando, più tardi, l'omicida ha caricato delle valigie nella sua auto, e poi qualcosa di molto pesante. Il corpo di Vincenzo.

Scoperto, è stato lo stesso 35enne a raccontare agli inquirenti cosa è accaduto tra il suo arrivo e la partenza da Aversa verso il mare. Aveva atteso l'amico, e all'arrivo di quest'ultimo era iniziato un violento litigio per gelosia. Ci sarebbe stata una colluttazione durante la quale il 35enne pare abbia spintonato con forza il 25enne, caduto sbattendo la testa contro un mobile appuntito. Sarebbe morto sul colpo. L'omicida a quel punto, invece di chiamare i soccorsi, avrebbe architettato un piano di fuga, caricando nella sua auto il corpo e gli oggetti personali della vittima, in modo da accreditare la pista dell'allontanamento volontario. Ed avrebbe gettato in mare corpo e oggetti personali di Vincenzo.
 

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