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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sesso e soldi per essere “invalidi”: così andavano in pensione prima

Pur di andare in pensione prima del tempo, infermieri, insegnanti e dipendenti pubblici pagavano diverse migliaia di euro e, in qualche occasione, offrivano in cambio prestazioni sessuali. Il caso a Torino

TORINO - Non solo mazzette: per avere la pensione di invalidità senza averne i requisiti e smettere così di lavorare con molti anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla legge c’era chi offriva in cambio anche prestazioni sessuali.

Il dettaglio è emerso durante l’interrogatorio chiesto esplicitamente dal dentista Enrico Quaglia, consulente indagato insieme al presidente della commissione di valutazione medica ministeriale Enrico Maggiore, che ha parlato per oltre tre ore davanti ai pm Laura Longo e Gianfranco Colace, al procuratore aggiunto Andrea Beconi e ai carabinieri del Nas. Quaglia ha raccontato alcuni episodi che saranno ora utili agli inquirenti per svolgere nuovi accertamenti e per portare avanti le indagini. 

Indagini che a dir la verità vanno avanti da un anno, anche se le pensioni di invalidità “tarocche” sarebbero una storia lunga quasi dieci anni. Il trucco in fin dei conti era quello di accertare una di quelle patologie, come stress o cefalea, che nessun esame o strumento medico avrebbero potuto accertare. Bastava il parere dei medici stessi: di quello base in primis, dello specialista subito dopo, del consulente e infine del presidente della commissione di valutazione medica. E “tac”, la pensione di invalidità arrivava senza troppi problemi.

Le indagini proseguiranno ora su una doppia via. Da una parte i magistrati ricostruiranno la mappa dei medici compiacenti, soprattutto grazie alle quasi seicento pratiche acquisite. Al momento risultano esserci circa otto medici indagati, ma il numero potrebbe crescere. Dall’altra parte invece l’attenzione sarà rivolta ai finti invalidi, coloro che hanno pagato con soldi o prestazioni sessuali (non è certo che i medici abbiano accettato la “ricompensa” sessuale): si tratta di insegnanti, infermieri e dipendenti pubblici, i cui nomi potrebbero riempire il fascicolo dei due pubblici ministeri. Sul fronte ministeriale invece sarà a breve nominato il nuovo presidente di commissione di valutazione medica. Dopo la rescissione del contratto di Enrico Maggiore, colui che è stato beccato a intascare una mazzetta, dovrebbe succedergli Giuseppe Vitiello, un ex Inps secondo nella graduatoria stilata nello scorso luglio. (da TorinoToday)

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