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Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Viterbo

Calci e pugni alle sue bambine: "Andate a pascolare le pecore"

Un uomo di 37 anni è stato arrestato nel viterbese: botte e sevizie alle figliolette di 13 e 14 anni. Una di loro racconta: "Meglio morire che vivere così". Indagini partite dopo una segnalazione a Telefono Azzurro

VITERBO - "Sarebbe meglio morire che continuare a vivere in questa situazione". E' la testimonianza agghiacciante di una delle due ragazzine picchiate e seviziate da un 'padre padrone' in provincia di Viterbo.

L'uomo, italiano di 37 anni, picchiava selvaggiamente la moglie e, soprattutto, le figlie minorenni di 13 e 14 anni, con calci e pugni, ma anche con attrezzi da lavoro, come chiavi inglesi, ganci di ferro e il cric del trattore. Le bambine erano costrette ad occuparsi per tutto il giorno di un gregge di oltre cento pecore e venivano sottoposte a ogni forma di sevizia.

Per questo motivo il 37enne, residente in un paese della provincia di Viterbo, è stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile. L'uomo è accusato anche di aver appiccato, davanti alle figlie, un incendio che si è esteso per oltre 20 ettari, distruggendo alcune zone coperte da boschi. Per domare le fiamme è stato necessario l'intervento di alcune squadre dei vigili del fuoco e di tre mezzi aerei.

IN CARCERE - Al termine delle indagini condotte dalla sezione reati sui minori della Squadra Mobile, nei confronti del 'padre padrone' è stato emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip Salvatore Fanti, su richiesta del Pm Paola Conti. Il provvedimento è stato eseguito all'alba di oggi.

BAMBINE PIENE DI LIVIDI - La Squadra Mobile di Viterbo aveva avviato le indagini circa due mesi fa, dopo una segnalazione ricevuta da Telefono Azzurro che, a sua volta, era stato allertato sulle condizioni delle minori con una telefonata anonima. Dalle molte testimonianze raccolte è emerso che spesso le minorenni avevano dei lividi sul volto e sulle braccia. Altre volte sono state viste perdere il sangue dal naso. Una delle ragazzine ha raccontato che in un'occasione il padre ha tentato di investirla con l'auto perché non era riuscita a fare le cose come lui voleva.

Scossi e prostrati, la madre, le due bambine e un fratellino di 4 anni sono stati prelevati e assegnati a una casa famiglia in un luogo tenuto segreto.
 

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