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Sabato, 9 Dicembre 2023
Città Teramo

Melania Rea, oggi la sentenza: ergastolo per Parolisi?

Il caporalmaggiore dell'esercito Salvatore Parolisi è accusato dell'assassinio della moglie. Il papà di Melania: "L'incubo non finirà mai"

TERAMO - E' arrivato il giorno della sentenza nel processo per l'omicidio di Melania Rea, la 29enne campana uccisa il 18 aprile 2011 nel bosco di Ripe di Civitella (in provincia di Teramo) con 35 coltellate.

A un anno e mezzo dal delitto, si deciderà se a uccidere la donna è stato il marito Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell'esercito imputato per l'omicidio, che di fronte al giudice ascolterà, con ogni probabilità in serata, la "sua" sentenza con il rito abbreviato. Il pm ha chiesto l'ergastolo, definendo il caporalmaggiore colpevole senza attenuanti. Parolisi rischia anche di perdere la figlia.

IL PAPA': "INCUBO SENZA FINE" - Gennaro Rea, padre di Melania, afferma che "qualunque sarà la sentenza non sarà una vittoria per nessuno, perché se è vero che almeno l'incubo processuale sarà terminato, quello di vita continuerà per sempre".

L'ACCUSA E I RISARCIMENTI - A porte chiuse, nell'ambito del giudizio abbreviato, di fronte al gup di Teramo gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile oggi concluderanno le arringhe difensive, poi ci saranno le eventuali repliche e, dopo la camera di consiglio, il giudice Marina Tommolini emetterà la sentenza. Per l'accusa non ci sono dubbi: Parolisi è il responsabile unico dell'omicidio della moglie Melania Rea. L'avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, ha anche già formulato le richieste di risarcimento per i familiari di Melania: 2,5 milioni di euro per la piccola Vittoria, la figlia di Melania e Salvatore, 1,6 milioni di euro per i genitori della vittima, Gennaro Rea e Vittoria Garofalo, 250mila euro per il fratello Michele Rea, 100mila per altri familiari. "Ma tutti destinerebbero ogni somma alla bambina", ha spiegato.

LA DIFESA - La difesa di Parolisi contesta: nessuna prova, manca la "smoking gun" (la prova della "pistola fumante") e la perizia dell'anatomopatologo Adriano Tagliabracci, 'non è una perizia', ha detto il legale Nicodemo Gentile, citando anche casi nazionali in cui le perizie hanno trasformato sentenze anche dopo un grado di giudizio. Parolisi oggi sarà in aula, e al termine degli interventi, dopo la camera di consiglio, aspetterà la sentenza.
 

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