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Sabato, 2 Dicembre 2023
Città Palermo

La storia tra prof e alunna, lei lo difende: "Mi rende felice, ci sposeremo"

La ragazzina di 14 anni ha raccontato l'inizio del rapporto con un insegnante di religione. Dal primo bacio, gli appuntamenti per strada e i continui messaggi. "Mi diceva che avrebbe voluto che i miei accettassero la nostra relazione"

PALERMO - “Sono qui perché sono innamorata di una persona più grande di me che si chiama Giuseppe P.”. Lei aveva 14 anni ed era una sua ex alunna, lui ne aveva 46, era sposato, padre di due figli ed era stato il suo professore di religione. Quando i genitori della giovane avevano scoperto i messaggi teneri che i due si sarebbero scambiati e avevano chiesto spiegazioni alla figlia, si erano sentiti rispondere che appena lei sarebbe diventata maggiorenne si sarebbero sposati.

La presunta relazione è finita al centro di un’inchiesta giudiziaria e il professore è stato arrestato martedì con l’accusa di aver compiuto atti sessuali con una minorenne, dopo la denuncia della famiglia della ragazzina.

“Non c’è un giorno in cui ho deciso di essere innamorata di lui – spiega ancora agli inquirenti l’adolescente – considero il momento in cui stavamo insieme dalla data del bacio, il 4 settembre del 2015, era di pomeriggio ed eravamo per strada. Io e Giuseppe ci siamo visti e, visto che io ero innamorata di lui, ci siamo baciati. Prima l’ho baciato io e poi ci siamo baciati insieme”. Questo sarebbe per il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e il sostituto Vittorio Coppola, che coordinano le indagini, il primo atto sessuale tra i due, che si sarebbero conosciuti a scuola quando lei aveva appena 10 anni. Lui le avrebbe parlato delle sue difficoltà coniugali e lei, come riferisce una sua compagna, “mi diceva di avere da quest’uomo il conforto che non aveva da altri, lui era una figura un po’ paterna, ciò che non riusciva a dire ai genitori, poteva raccontarlo a lui”.

Tanto che la presunta vittima avrebbe detto chiaramente agli investigatori: “Mi rende felice questa storia, mi rende felice il fatto di stare con lui” anche se lui le avrebbe spiegato che “nessuno capiva che lui mi amava veramente e che questa era comunque una difficoltà”. E - così avrebbe detto il professore di religione - “mi diceva che avrebbe voluto che i miei accettassero la nostra relazione”. Un rapporto che, secondo la Procura, l'uomo avrebbe costruito nel tempo con un’opera di induzione per ottenere poi i favori sessuali della ragazzina.

Il gip Lorenzo Jannelli ha però riqualificato il reato, ritenendo al momento sussistenti gli atti sessuali con una minorenne. “Io posso capire – riferisce la ragazzina – che tutti sono preoccupati, lo capisco che mamma e papà sono preoccupati, ma non è il caso di Giuseppe, perché non si è mai imposto, non mi ha mai chiesto nulla che potesse andare oltre, intendo dire oltre il bacio. Col tempo potremo avere dei rapporti sessuali, non lo escludo, ma non è accaduto finora… Non per forza – puntualizza – si devono soddisfare esigenze fisiche, si possono evitare”.

Secondo il capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti, e la dirigente dello speciale reparto che si occupa dei reati sessuali, Rosaria Maida, la giovane cercherebbe di difendere l'uomo e non la racconterebbe tutta. Da accertamenti compiuti sul suo computer sarebbe emerso che la ragazzina avrebbe anche cercato in rete l’articolo 609 quater del codice penale, quello che punisce gli abusi sessuali sui minori. Perché? Tra l’ex alunna e il prof di religione vi sarebbero stati messaggi ad ogni ora del giorno e della notte, come “ciao amore mio, ti voglio bene”. Avrebbero utilizzato diversi tipi di messaggistica per comunicare, compresa snapchat, che ha la peculiarità di cancellare in automatico le conversazioni, salvo diverso comando dell’utente.

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