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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Telecamere nascoste in bagno e nella stanza da letto: studentessa spiata per anni dal padrone di casa

L'incubo vissuto da una ragazza poco più che ventenne. L'uomo, che era anche suo coinquilino, è finito a giudizio. Sotto sequestro pc e materiale informatico

Spiata nella sua stessa casa. Osservata, a sua insaputa, in bagno, sotto la doccia, nella stanza da letto. Violata nella sua privacy, ogni giorno, senza saperlo. Monitorata dall'uomo, insospettabile, che le aveva "offerto" ospitalità: l'ex padrone di casa. E' caduta nella trappola di un diabolico "Grande fratello"  una ragazza straniera, oggi 23enne, ex studentessa dell'università Cattolica di Milano, che ha denunciato il suo ex proprietario di casa e coinquilino. L'uomo è un suo connazionale e oggi ha 43 anni. 

A ricostruire la vicenda è MilanoToday. Tutto inizia il 22 novembre del 2019, quando la ragazza ha 21 anni. Si presenta davanti ai poliziotti della questura di Milano e racconta cosa ha scoperto. Dice di essere entrata in camera del coinquilino per aiutarlo con una traduzione e di avere notato che su un monitor collegato al pc erano trasmesse le immagini della sua stanza, praticamente in diretta. Allarmata e spaventata, controlla lei stessa il resto dell'abitazione e, con l'aiuto di un amico, trova un altro "occhio elettronico" in bagno, nascosto sotto un faretto. A quel punto la decisione di andare immediatamente via e chiedere aiuto. La giovame - accompagnata dall'avvocato Andrea Possenti - racconta che il giorno in cui si era trasferita, due anni prima, aveva notato la telecamera nella stanza da letto e aveva chiesto spiegazioni. Il padrone di casa l'aveva rassicurata - e lei gli aveva creduto - dicendole che era un vecchio antifurto utilizzato dai precedenti proprietari, ormai non più in funzione.

La polizia ha avviato le indagini. Nel pc dell'uomo, nei  5 hard disk, nel cellulare, nelle 9 sim card e nelle 12 chiavette usb in suo possesso sembra ci fossero immagini abbastanza inequivocabili. 

Il processo

Nel mese di luglio del 2020 la pm Ilaria Perinu dispone la citazione diretta in giudizio nei confronti del 43enne, accusato di "interferenze illecite nella vita privata". Il codice penale punisce con una pena da sei mesi a quattro anni di reclusione "chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata" di altri. Nel suo decreto il magistrato ha messo nero su bianco che l'imputato "si procurava indebitamente video e foto attinenti alla vita intima e privata della persona offesa attraverso delle videocamere poste nella camera da letto e nel bagno dell'immobile". 

Alla prima udienza, luglio 2021, il proprietario dell'appartamento offre duemila euro di risarcimento - rifiutati sia dalla vittima che dal pm - per poi scegliere di richiedere il rito abbreviato, che gli garantirà uno sconto di un terzo della pena. L'ultimo dibattimento mercoledì 16 febbraio: con la richiesta del giudice di integrare la prova nominando un consulente tecnico d'ufficio. Al professionista spetterà il compito di verificare se tra il materiale sequestrato all'uomo ci siano effettivamente immagini registrate che ritraggono la studentessa. Da accertare anche se le immagini possano essere state diffuse.

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