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Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Como

Reddito di cittadinanza, il furbetto è dietro al banco del mercato

Prendeva un reddito di cittadinanza di 535 al mese ma lavorava in nero al banco del mercato rionale: finiscono nei guai lui ma anche il datore di lavoro, succede a Erba

Reddito di cittadinanza, ancora notizie di furbetti che percepiscono senza averne diritto il sussidio. Prendeva un reddito di cittadinanza di 535 al mese ma lavorava in nero al banco del mercato rionale. È stato scoperto dalla Guardia di Finanza a Erba, in provincia di Como. I controlli sono frequenti. La Compagnia di Erba, informa un comunicato, nel corso di quest'anno, ha scoperto 39 lavoratori in nero di cui 2 lavoratori, cittadini italiani, denunciati alla Procura della Repubblica di Como in quanto, pur percependo il reddito di cittadinanza, sono stati trovati intenti a lavorare presso esercizi commerciali. L'attività del Reparto è proseguita facendo emergere un altro lavoratore in nero, anch'esso percettore del reddito di cittadinanza, residente in Mandello del Lario (Lecco), che è stato trovato intento a lavorare presso un banco del mercato rionale di Erba (Como).

Prende reddito di cittadinanza ma lavora in nero al mercato

Attraverso le banche dati in uso al Corpo, è stato possibile rilevare che il lavoratore aveva richiesto il reddito di cittadinanza ottenendo un sussidio del valore complessivo di  535,85 euro relativo ai mesi da maggio a settembre. Il lavoratore è stato, pertanto, denunciato alla locale Autorità Giudiziaria, ai sensi dell'art. 7, comma 2, del D.L. n. 4 del 28 gennaio 2019, convertito in Legge 28/03/2019, n. 26, norma che sanziona, con la reclusione da uno a tre anni, l'omessa comunicazione della variazione del reddito o del patrimonio nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio e, laddove intervenga una condanna definitiva e/o altre circostanze previste dall'art. 7, comma 3, della Legge in argomento, prevede la revoca del beneficio con effetto retroattivo e il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito.

A carico del datore di lavoro, invece, sono state applicate le previste sanzioni amministrative che prevedono, nel caso di impiego di lavoratori percettori di reddito di cittadinanza, una maxi sanzione aggravata non sanabile che va da un minimo di 2.160,00 ad un massimo di 12.960,00 euro.

Reddito di cittadinanza e controlli: tutti i furbetti scoperti

A cadenza pressochè quotidiana vi diamo notizia dei casi di percettori indebiti del reddito di cittadinanza che vengono smascherati. Gli episodi accertati da fine marzo ad agosto sono 185. Mancano per adesso i dati relativi a settembre ed ottobre. Solo nell’ultimo mese una quindicina abbondante di casi di furbetti del reddito di cittadinanza sono finiti sui media, ma il numero potrebbe ovviamente essere più alto. I controlli sono efficaci ma nessuno può fare miracoli. Nel suo report semestrale l’Ispettorato ammette infatti che a causa "delle limitate risorse a disposizione" nei primi sei mesi del 2019 c’è stato un calo delle ispezioni del 9% rispetto al 2018.

Quando decade il reddito di cittadinanza

Quali sono le circostanze in cui il Reddito di cittadinanza può essere perso o ridotto? E' bene riproporre l'elenco, ancora una volta. È prevista la decadenza dal reddito di cittadinanza quando uno dei componenti il nucleo familiare:

  • non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
  • non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;
  • non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
  • non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
  • non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro congrua;
  • non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore;
  • non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
  • venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.

Coloro che presentano dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere oppure ometta informazioni dovute è punito con la reclusione da due a sei anni. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. In entrambi i casi, è prevista la decadenza dal beneficio con efficacia retroattiva e la restituzione di quanto indebitamente percepito.

I controlli sono doverosi, non c'è la volontà di "punire" alcuno: è semplice osservanza della legge. Nel caso l’interruzione della fruizione del Reddito di cittadinanza avvenga in ogni caso per ragioni diverse dall’applicazione di sanzioni, il beneficio può essere richiesto nuovamente per una durata complessiva non superiore al periodo residuo non goduto. Nel caso l’interruzione sia motivata dal maggior reddito derivato da una modificata condizione occupazionale e sia decorso almeno un anno nella nuova condizione, l’eventuale successiva richiesta del beneficio equivale a una prima richiesta.

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