Donna si dà fuoco in tribunale: "Vittima di un'ingiustizia"
Paura in tribunale a Rimini, una donna ha tentato di uccidersi
A Rimini una donna ha tentato di uccidersi dandosi fuoco per protesta all'interno del tribunale: un gesto dovuto a "rabbia e disperazione", a quel che si apprende dai media locali. Erano da poco passate le dieci di martedì mattina quando la donna, di nazionalità albanese, è salita sulla balconata al primo piano del Palazzo di Giustizia e ha iniziato a urlare: "In Italia la legge non funziona, basta, non posso più andare avanti così", avrebbe gridato. Poi ha preso un accendino che aveva in tasca e ha cercato di dare fuoco alla sua giacca, di tessuto sintetico. Il capo ha preso fuoco nella parte inferiore.
Si dà fuoco in tribunale a Rimini: un avvocato il primo a soccorrerla
Un avvocato che si trovava lì vicino è stato il primo a intervenire, e il suo soccorso è stato provvidenziale. In quel momento era in un'aula adiacente. "Ho sentito una donna che urlava - ha raccontato - e mi sono precipitato per vedere cosa stesse succedendo. Davanti a me c'era la signora che urlava di essere vittima di un'ingiustizia. 'L'unico modo per avere giustizia è la morte' ha detto prima di usare l'accendino. Le fiamme sono divampate subito e, con le mani, le ho spente riportando delle piccole scottature. La signora continuava a urlare che tutte le denuncie fatte le erano state archiviate e, per questo motivo, la figlia era costretta a prostituirsi".
Sono accorsi sul posto vigili del fuoco, polizia e un'ambulanza. La donna ha riportato ustioni di primo grado. Dopo l'intervento del personale del 118, è stata trasportata al pronto soccorso.