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Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Padova

Risse del sabato pomeriggio: spunta la lista dei 1.000 "cattivi ragazzi"

Arrivano dai paesi limitrofi con pullman e treni per poi sfidarsi. Il prefetto diffonde i nominativi ai comuni di residenza: giovani senza alcun precedente penale, nella stragrande maggioranza dei casi

Le risse del sabato pomeriggio non possono diventare un'abitudine. "Non sono un sociologo, ma sono chiamato ad avere un ruolo di coesione sociale. Qui non c'è un problema di baby-gang, perché non parliamo di un'organizzazione criminale strutturata con capi e affiliati. C'è un problema di disagio giovanile e io in prima persona mi sono proposto per andare in ogni scuola a parlare con questi ragazzi". Così ha parlato il prefetto di Padova Raffaele Grassi, che sta provando ad arginare il fenomeno degli adolescenti della provincia, che attraverso i social si sfidano dandosi appuntamento nel centro di Padova per affrontarsi a mani nude. In questi ultimi giorni ha convocato circa 50 sindaci per fare rete con le varie istituzioni. Sono mille i ragazzi identificati nelle ultime tre settimane, che arrivano dai paesi a Padova con pullman e treni per poi sfidarsi in Prato della Valle.

Una sorta di appuntamento fisso, decine e decine di giovanissimi che scatenano risse tra i tavoli dei bar e le vie dello struscio. Il prefetto ha annunciato la nascita di un Osservatorio sul disagio giovanile, per contrastare il fenomeno delle baby gang. Ma non solo. Stila la lista dei cattivi ragazzi tra i 14 e i 18 anni, un migliaio, resisi protagonisti della cronaca e diffonde i nominativi degli identificativi ai comuni di residenza: giovani senza alcun precedente penale, nella stragrande maggioranza dei casi.

"In parte credo sia un danno collaterale del Covid, che ha rinchiuso questi ragazzi in casa davanti a smartphone e tablet - continua il prefetto, Raffaele Grassi, che ha parlato a vari quotidiani locali - perché riunirsi per fare a botte non ha nulla di ragionevole. Io credo che la vicenda vada affrontata con l'approccio della prevenzione, ed è per questo che ho istituito un osservatorio permanente per riunire le idee e capire come muoversi. Qui non c'entra la nazionalità, anche perché per metà sono italiani, ma la filosofia del branco e la perdita dei valori importanti". In che modo passare dalla teoria alla pratica? "Bisogna far partire un percorso educativo - dice Grassi - magari iniziando anche dalle scuole, a cui ho dato tutta la mia disponibilità per presenziare in prima persona ad eventuali incontri".

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