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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Prima le minacce sui social poi il pestaggio: a soli undici anni picchiata dalla "banda dei diciassette"

Il caso a Roma, dove cresce il fenomeno delle risse fra giovanissimi. Il papà della bambina, arrivato in tempo per metterla in salvo: “Tutti lì per vedere delle bambine che ne picchiavano altre. Una scena incredibile”

Due mesi fa Alice (nome di fantasia) è stata vittima di un'aggressione a Roma. Un brutale pestaggio, di fronte a una arena di spettatori composta da ragazzini della sua età, poco più che bambini. Da allora Alice, che aveva undici anni e ne ha da poco compiuto dodici, è rimasta scossa, non dorme ed è seguita da un psicologo. Ma le violenze non sono finite. Come racconta Veronica Altimari su RomaToday, ogni venerdì pomeriggio decine e decine di giovanissimi si danno appuntamento per assistere a nuovi pestaggi, richiamati dal tam tam sui social. Un copione che ormai è sempre lo stesso, come accaduto anche ad Alice. La ragazzina era stata prima presa di mira sui social perché aveva da poco stretto amicizia con un bambino del quartiere. Poi, dopo settimane di vessazioni, "l'invito" a presentarsi in un parco di fronte a un noto centro commerciale alla periferia est della Capitale, per chiarire. Lì l’aggressione davanti a tutti. Quel giorno il papà e la mamma di Alice sono riusciti ad arrivare in tempo per intervenire e salvare la figlia. 

"Erano almeno 150 i bambini sul posto, richiamati dall'appuntamento che nei giorni precedenti il gruppo aveva messo sui social - è il racconto del papà della bambina, che aveva avvisato i genitori dell’incontro richiesto - Tutti lì per vedere delle bambine che ne picchiavano altre. Una scena incredibile".

Il pestaggio in pieno giorno

Quando arrivano, Alice è già accerchiata da altre sei ragazze, mentre intorno a lei altri piangevano spaventati. "In quel momento, visti gli schiamazzi, sono arrivate anche quattro auto della Polizia locale e il gruppo si è quasi del tutto dileguato", ricorda il papà. Alice intanto viene portata al pronto soccorso, con contusioni varie, contratture alla schiena e un forte dolore alla spalle e al braccio destro. Subito parte la denuncia da parte della famiglia alla polizia municipale per fare una segnalazione al Tribunale dei minori.  

Dopo una settimana, l'incubo riprende, Alice è di nuovo vittima di minacce: "Sappiamo dove vivi", "Infame", "Stai attenta quando esci". I genitori di Alice controllano il suo telefono, i suoi profili, fanno gli screenshot dei messaggi di minaccia prima che vengano cancellati dai mittenti e poi fanno partire la denuncia per atti persecutori, presentata il 12 aprile in Questura.

Anche la scuola è stata informata di quanto accaduto, perché Alice frequenta lo stesso plesso di alcune di loro. "La cosa che ritengo assurda è che, parlando con alcuni dei loro genitori, molti si rifiutano di credere all’accaduto. In alcuni casi parliamo di famiglie complicate, con i ragazzi lasciati senza guida temo. Loro si fanno chiamare 'i diciassette', come una vera e proprio banda", dice il padre della bambina. 

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