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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Rossana Alessandroni, la donna morta in ospedale: "Per 10 ore su una barella in attesa di una tac"

I familiari chiedono giustizia, la Regione Lazio ha avviato un'indagine interna. La nipote: "È entrata in pronto soccorso vigile, poi è peggiorata e nessuno ha fatto nulla"

La Regione Lazio ha aperto un'inchiesta interna sul caso di Rossana Alessandroni, la 67enne morta giovedì scorso a Roma per una dissezione dell'aorta addominale e conseguente emorragia interna. Secondo i parenti la donna sarebbe stata lasciata su una barella per ben 10 ore, in attesa di una tac. Poi è stata trasferita d'urgenza in un altro ospedale dove purtroppo è deceduta.

La vicenda, venuta alla luce dopo un articolo di Luca Monaco su Repubblica, ha inizio il 2 febbraio scorso quando Rossana Alessandroni accusa un forte dolore allo stomaco mentre si trova nella sua abitazione di via Manfredonia, al Quarticciolo.  Intorno alle 13, chiama il 118 e viene trasportata in ambulanza all'ospedale Vannini in codice rosso. Insomma, in gravi condizioni. "Al Vannini l'hanno tenuta dieci ore su una barella in pronto soccorso in attesa di una tac, mentre lei si contorceva dai dolori" racconta a Lorenzo Nicolini di RomaToday la nipote della donna, Irene Coda. "Se fossero intervenuti subito forse mia zia sarebbe ancora viva. Non si può morire per un'analisi o una tac non fatta in tempo. È assurdo". I familiari hanno sporto  denuncia ai carabinieri e contattato un avvocato per procedere per vie legali: "Non permetteremo nessuno scarica barile". 

"È peggiorata in ospedale e nessuno ha fatto nulla"

Stando alla testimonianza dei familiari, l'esame le è stato eseguito soltanto alle 23. "Alle 23.21 ci ha scritto che era ancora in attesa del risultato. Si lamentava. 'Sono piena di dolori'. Mi ha detto l'ultima volta che l'ho sentita con un vocale che mi ha mandato", racconta ancora la nipote. Confermata la gravità della situazione, i medici hanno deciso di trasferirla con urgenza al policlinico di Tor Vergata intorno alle tre del mattino per sottoporla a una operazione. Iniziato l'intervento, però, i chirurghi si sono trovati di fronte a un'emorragia troppo estesa. Ormai era troppo tardi.

Rossana Alessandroni è morta, alle prime ore del 3 febbraio, intorno alle 5 del mattino. "È entrata in ospedale vigile, poi è peggiorata e nessuno ha fatto nulla. Ora i figli non hanno la mamma e noi non abbiamo una zia", sottolinea ancora Irene. I parenti non hanno ancora potuto visionare la cartella clinica, attendono, ma già si sono mossi per la denuncia all'ospedale Vannini: "Zia aveva fatto anche il tampone, era negativa. Di certo non è morta di covid. Stava attendendo la terza dose. Abbiamo provato anche sentirli quelli dell'ospedale, ma nessuno ci ha fatto delle scuse. Non vogliamo rimpalli ora, vogliamo la verità". 

Intanto la direzione salute della Regione Lazio ha reso noto che nella mattinata di oggi ha disposto "un immediato audit clinico per definire tutti i passaggi assistenziali che hanno riguardato la signora Rossana Alessandroni, dai tempi del soccorso, al decorso presso l'ospedale Vannini, i tempi dell'inquadramento clinico e le relative modalità operative ed il successivo trasporto all'hub di riferimento Policlinico Tor Vergata".

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