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Giovedì, 28 Marzo 2024
Città Catania

Saluti romani in chiesa per ricordare Mussolini: esplode il caso

È accaduto a Catania durante la messa in suffragio di Mussolini. Ogni anno in tantissimi ricordano il Duce nel giorno della sua scomparsa

CATANIA - Saluti romani dall'altare per ricordare Mussolini e i martiri fascisti. E' accaduto il 28 aprile, nella chiesa di Santa Caterina a Catania, durante la messa in suffragio di Benito Mussolini. Uno dei due ministranti ha risposto al saluto romano di molte persone che erano presenti. Ogni anno in tantissimi ricordano il Duce nel giorno della sua scomparsa. In un video pubblicato da Meridionews, sono state immortalate decine di persone alla conclusione della funzione scattare sugli attenti e rispondere tre volte “presente” ad incitazioni scandite ad alta voce da un uomo che indossa camicia e giacca nere: “Per il duce d’Italia Benito Mussolini”, “Per i caduti della Repubblica sociale”, “Per tutti i martiri fascisti”.

Dopo la benedizione solenne, a prendere la parola è stato Francesco Condorelli Caff, avvocato e volto di primo piano del partito politico Fiamma Tricolore in Sicilia. "Non ce ne possiamo andare così, bisogna dire due parole sul perché siamo qui". La Digos della Questura di Catania ha acquisito il video. "Sta procedendo alla visione di tutti i filmati per accertare i fatti e proseguire nelle valutazioni investigative. All’esito verrà redatta informativa per l’Autorità Giudiziaria allo scopo di individuare le relative ipotesi di reato ed i responsabili", si legge nella nota della Questura.

Lo scorso anno la messa è stata celebrata nella chiesa Santa Maria della Guardia e la facciata è stata imbrattata la notte precedente con simboli del comunismo, come falce e martello, disegnati con della vernice rossa. La funzione è stata celebrata da padre Salvatore Lo Cascio, ex cappello del carcere di Bicocca, che durante i tre saluti fascisti si vede sorridere dietro a un laico che indossa una tunica bianca e che invece alza la mano.

"Ridevo - spiega - per l'imbarazzo, a me queste cose non interessano". "Non ho dato loro la parola - aggiunge - se la sono presa. Quando ho capito cosa stavano facendo me ne stavo andando, ma poi mi hanno invitato a restare. Ormai che potevo fare? Buttarli fuori? Ho pensato a papa Francesco quando dice che non siamo nessuno per giudicare". Dall'arcivescovado invitano alla prudenza: "Non ci si può approfittare di un luogo sacro per una manifestazione politica - osserva il vicario generale Salvatore Genchi - tanto più se è vietata dalla Costituzione. Stiamo pensando come essere più prudenti il prossimo anno, per capire se è il caso di accettare queste celebrazioni o rifiutarle".

Il caso è raccontato da CataniaToday

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