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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Salvatore Lausi, ucciso perché rubava i soldi del clan: caso risolto dopo 20 anni

Svolta nell'omicidio avvenuto nel 2002 a Napoli: in manette tre persone, i mandanti Michele e Vincenzo Mazzarella, e il 39enne Salvatore Barile, ritenuto l'esecutore materiale

Dopo oltre 20 anni è arrivata la svolta decisiva nell'omicidio di Salvatore Lausi, ucciso a Napoli il 6 ottobre 2002. La svolta nel "cold case" è arrivata nella mattina di oggi, lunedì 6 marzo, quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli hanno eseguito nelle carceri di Napoli Secondigliano, Parma e Siracusa, un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti di 3 indagati, tutti detenuti e ritenuti affiliati di spicco del clan camorristico Mazzarella, gravemente indiziati dell'omicidio aggravato dalle finalità mafiose. Le tre persone coinvolte nell'omicidio di Lausi sono Michele Mazzarella, 45 anni, ritenuto il mandante, Vincenzo Mazzarella, 73 anni, ritenuto mandante e organizzatore, e Salvatore Barile, 39 anni, ritenuto l'esecutore materiale in concorso con Ciro Giovanni Spirito e Vincenzo De Bernardo, entrambi deceduti.

Salvatore Lausi, ucciso perché rubava i soldi del clan

Le indagini, condotte dal Nucleo investigativo di Napoli attraverso attività di intercettazione e riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di accertare che l’omicidio costituì un'epurazione interna al clan, originata dal fatto che la vittima, incaricata della riscossione delle estorsioni nei quartieri Forcella, Maddalena e Sanità, era ritenuta responsabile dell’ammanco di 100 milioni di lire dalla cassa dell’associazione; inoltre, lo stesso aveva stretto rapporti con Giuseppe Misso, all’epoca capo e fondatore dell’omonimo clan operante nel quartiere Sanità, poi divenuto collaboratore di giustizia, cosa che venne interpretata come volontà di affiliarsi a quest’ultimo, dissociandosi dai Mazzarella, dei quali avrebbe potuto rivelare informazioni riservate. Infine, si era impossessato di un orologio di valore di altro associato, sottraendoglielo con forza.

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