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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Chiusa la fabbrica dell'eroina: 80 chili di polvere sequestrati

Il 15 dicembre scorso la guardia di finanza di Torino aveva arrestato un corriere di nazionalità albanese con in auto undici chili di droga. Ora si scopre che a pochi passi c'era una raffineria

VENEZIA - Si era trasferito in Riviera del Brenta per motivi "logistici". La vicinanza con l'autostrada e la posizione geografica permettevano di gestire il traffico di eroina proveniente dall'ex Jugoslavia, soprattutto l'Albania, per poi distribuirla in tutto il Nord Italia.

L'attività illecita di un 28enne di nazionalità albanese, però, è stata bloccata dalla guardia di finanza di Torino che, il 15 dicembre scorso, ha seguito il giovane mentre trasportava in auto 11 chili di stupefacente proveniente dal suo paese d'origine.

VIDEO: ECCO LA RAFFINERIA DI EROINA

Le fiamme gialle, nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo piemontese, hanno pedinato il proprio obiettivo finché non si è fermato a Stra, dove era domiciliato in un appartamento. Immediatamente è scattato il blitz: a bordo del veicolo sono stati sequestrati undici chili di eroina purissima e settanta chili di sostanza da taglio.

L'intera partita era di 80 mila dosi, per oltre 4 milioni guadagni. Il resto dello stupefacente, infatti, è stato requisito in quella che viene considerata una vera "fabbrica" dell'eroina. L'immobile nella disponibilità del 28enne, residente nel Monferrato, era stato trasformato in una raffineria. All'interno i militari si sono imbattuti in altri settanta chili di eroina già lavorata. Il laboratorio-raffineria era attrezzatissimo di macchinari: presse, miscelatori e bilancini. Nel sottoscala i militari hanno trovato diverso stupefacente raccolto in dei sacchi neri, in un'altra sala un bollitore con vicino ancora incelofanate delle confezioni di eroina da trattare per poi raggiungere le piazze di mezza Italia.

"La scelta di stoccare e lavorare l'eroina nel Nordest - osservano gli investigatori - non è casuale. Tra le direttrici del traffico di stupefacenti quella che dall'Est asiatico conduce in Italia, passando attraverso la Turchia e l'Albania. Pertanto, le organizzazioni criminali trovano conveniente far arrivare la droga in un'area geografica vicina al confine con l'ex Jugoslavia, raffinarla, confezionarla e successivamente smistarla sull'intero mercato nazionale". (da VeneziaToday)

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