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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Ancona

Hanno le password delle slot machine e fanno soldi a palate: arrestati

Il trucco è stato svelato dalla guardia di finanza, che nella loro soffitta ha trovato un "arsenale" di computer: cosa è successo

Avevano le password con cui riuscivano ad accedere ai portali più importanti di società concessionarie che forniscono macchinette da gioco ai locali: con quelle sapevano il momento in cui la macchinetta avrebbe dato una partita vincente. Ma il trucco è durato fin quando la guardia di finanza si è accorta del giro. Come riporta AnconaToday, tre persone sono state arrestate. I finanzieri del comando provinciale di Pesaro, in collaborazione con personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Direzione Giochi, nell'operazione di polizia giudiziaria denominata "Easy Slot", coordinata dalla direzione distrettuale della procura di Ancona, ha stroncato un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati informatici, riciclaggio e autoriciclaggio.

Cosa facevano con le slot machine

Tre le misure cautelari scattate oggi per tre uomini residenti nel territorio della provincia di Pesaro-Urbino: uno in carcere e due agli arresti domiciliari. Ad emetterle è sttao il gip del tribunale dorico. Confiscati 1 milione e 200mila euro di beni (tra immobili, conti correnti, conti gioco) ai diretti interessati. A febbraio 2022 era stata individuata una abitazione, in provincia di Pesaro e Urbino, che era un vero e proprio laboratorio informatico dal quale un uomo di 36 anni controllava le vincite delle slot machine in tutta Italia, attraverso password illecitamente acquisite. L’uomo, attraverso le suddette password, accedeva al portale delle più importanti società concessionarie che forniscono macchinette da gioco e sapeva quando avrebbero vinto.Lui o persone alle sue dipendenze si recavano sul posto ed utilizzavano le slot machine come veri e propri bancomat, determinando come conseguenza immediata, l’impossibilità da parte di altri soggetti di ottenere anche la più piccola vincita in denaro. Nel proprio domicilio, in soffitta, erano stati individuati oltre 40 personal computer tra pc portatili e fissi, tutti connessi alla rete, da ciascuno dei quali venivano controllate le slot machine collocate in diverse regioni d’Italia.

Tutto il materiale, opportunamente catalogato e cautelato, con l’ausilio di consulente tecnico informatico, era stato sottoposto a sequestro, unitamente agli smartphone in uso all’uomo, anch’essi utilizzati per la perpetrazione delle attività illecite. Proseguendo le indagini il giochetto non si era fermato nei mesi successivi. A parere del giudice «va valorizzata la continuità e la sistematicità delle illecite condotte realizzate, tutt’ora in corso, che né la risonanza pubblica dei fatti, seguita dalla diffusione dei servizi telematici, né la conoscenza del procedimento penale aperto, né i sequestri operati nell’ambito di quest’ultimo, hanno indotto i responsabili a cessare». Pertanto, sussistendo un «rilevantissimo pericolo di reiterazione delle condotte» e ricorrendone i presupposti, sono state richieste ed ottenute le misure cautelari personali e reali nei confronti degli indagati.

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