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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città Torino

Stefano sgozzato in strada, confessione shock: "L'ho scelto a caso, mi sembrava felice"

Un 27enne cittadino italiano di origini marocchine ha confessato: ritrovata l'arma del delitto. L'omicidio di Stefano Leo, giovane 33enne di Biella, aveva lasciato sgomenta la città

E’ stato fermato nella tarda serata di domenica Said Mechaout, un 27enne cittadino italiano di origini marocchine, perché ritenuto l’autore dell’omicidio di Stefano Leo, avvenuto ai Murazzi del Po lo scorso 23 febbraio. Il giovane, poche ore dopo la marcia organizzata dagli amici e dal padre della vittima, si è presentato spontaneamente in Questura e da lì trasferito al comando dei carabinieri che indagano sull’omicidio, dove è stato interrogato alla presenza del difensore di fiducia. 

Omicidio Stefano Leo: un giovane ha confessato

Le prove raccolte e le indagini condotte in queste settimane hanno consentito agli investigatori di trovare i primi riscontri alle dichiarazioni rese dal 27enne. Ora, dopo gli accertamenti sulla dinamica raccontata, i militari dell'Arma continuano le indagini per raccogliere ulteriori riscontri al delitto. L'arma del delitto è stata ritrovata: era stata nascosta in una cassetta dell'Enel in piazza d'Armi. 

Stefano Leo e il fermato non si conoscevano. Si sono incrociati in una zona centrale, in cima al viale pedonale di Lungo Po Machiavelli, vicino akka scalinata che sbuca sopra i murazzi di Lungo Po Cadorna. Ucciso per caso, senza un perché.

Said Mechaout: "Ho scelto a caso quel ragazzo perché mi sembrava felice"

"Volevo ammazzare un ragazzo come me, toglierli tutte le promesse che aveva, dei figli, toglierlo ai suoi amici e parenti". E' questo il movente, secondo quanto lui stesso ha dichiarato a verbale, che avrebbe spinto il 27 enne italiano ma di origine marocchina a uccidere lo scorso 23 febbraio Stefano Leo ai Murazzi del Po. A riferire il movente, il procuratore capo vicario, Paolo Borgna che lo ha definito "un movente sconvolgentemente banale".

"Stando a quanto lui stesso ci ha raccontato a verbale - ha sottolineato Borgna - nella sostanza ci ha detto che ha deciso di uccidere questo ragazzo perché si presentava con aria felice e lui non sopportava la sua felicità".

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Stefano Leo, ucciso in strada a Torino

Chi è Said Mechaout, l'assassino di Stefano Leo

Said Mechaout, nato nel 1992, in passato lavorava come cameriere a Torino, si era separato dalla moglie nel 2015, il ragazzo aveva vissuto per un periodo in Spagna e poi in Marocco, suo Paese d'origine. Poi era tornato in città e dormiva nel dormitorio di piazza d'Armi, senza casa né lavoro. Viveva di espedienti e di piccoli lavoretti.  In Italia non aveva altri parenti: la madre era tornata a Casablanca anni fa.

L'arma dell'omicidio di Stefano Leo

Il coltello era stato acquistato poco prima con un intero set. Si era liberato di tutti gli altri conservando solo quello utilizzato per l'omicidio: era partito con l'intenzione di uccidere, anche se non sapeva bene chi. Poi era scappato prendendo un bus in via Bava ed era andato a riporlo in una cassetta dell'elettricità in piazza d'Armi. "Avrei così potuto riutilizzarlo all'occorrenza - ha raccontato -. Per questo, per evitare di uccidere altri, ho deciso di costituirmi. Ero combattuto tra il suicidarmi e compiere altri omicidi"

L'omicidio di Stefano Leo

L'omicidio di Stefano Leo, giovane 33enne di Biella, aveva lasciato sgomenta la città. Il giovane venne sgozzato in mezzo alla strada, senza alcun perché. Nessuna ombra nella sua vita, nessun nemico. Fino alla svolta di poche ore fa.

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