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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Rimini, catturato il quarto stupratore: raffica di commenti razzisti sul suo profilo Facebook

Si è conclusa all'alba di domenica la fuga di Guerlin Butungu ritenuto essere il capo del branco autore della duplice violenza sessuale. Voleva andare a Torino e poi cercare rifugio in Francia

Quando, all'alba di domenica, si è visto venire circondato dagli uomini della polizia di Stato ha capito che la sua fuga era terminata e, oramai, non c'era più nulla da fare. Si è conclusa così, a una settimana dal duplice stupro di Rimini, una delle più efferate violenze sessuali degli ultimi anni consumate in Riviera e che, per giorni e giorni, ha tenuto banco su tutti i giornali italiani e stranieri. Guerlin Butungu, ritenuto essere il capo del branco, è stato arrestato domenica mentre stava fuggendo a bordo di un treno regionale. Il 20enne congolese era partito dalla stazione di Pesaro e, pare senza biglietto con un treno regionale, stava cercando di raggiungere il nord Italia. Il suo obiettivo era, con tutta probabilità, Torino dove aveva degli agganci o, addirittura come ipotizzato nei giorni scorsi, in Francia. Il convoglio è stato fatto fermare a Rimini, alle 5.40 di domenica, e circondato dagli agenti che hanno trovato il congolese seduto in un angolo di un vagone con una grossa valigia e altri sacchi di effetti personali.

A tradire il 20enne è stato il cellulare, messo sotto controllo dagli inquirenti, attraverso il quale è stato tracciato nelle sue ultime ore di libertà. Portato in Questura, Butungu è stato trovato in possesso anche di tre orologi e, secondo quanto emerso, uno di questi potrebbe appartenere al turista polacco 26enne massacrato di botte dal branco. Sottoposto a fermo di polizia, il congolese è stato poi trasferito nel carcere riminese dei "Casetti" in attesa dell'udienza di convalida. Al momento, nei suoi confronti, le accuse sono quelle del duplice stupro della studentessa 26enne polacca e del transessuale peruviano 42enne oltre alla rapina e alle lesioni. Il 20enne, secondo quanto emerso, era sbarcato in Italia, a Lampedusa, nel 2015 e aveva chiesto lo status di richiedente asilo che gli era stato però negato. Il ragazzo, però, aveva raccontato di essere fuggito dal suo Paese in guerra e che, nel conflitto, aveva perso entrambi i genitori. Aveva così ottenuto un permesso di soggiorno come rifugiato ed era stato accolto in una struttura di Cagli.

Il video dell'arresto

Stupro di Rimini, il video degli arresti

Nella mattinata di domenica, quando il suo nome è stato diffuso come l'autore del duplice stupro, la pagina Facebook di Butungu è stata letteralmente presa d'assalto dagli altri utenti del social network. Una lunghissima serie di commenti, oltre 300 in appena 3 ore, con un tono che è quello che si può immaginare: insulti, auguri di morte, più gli immancabili "negro di m...", "maledetto africano", "scimmia", "mandiamoli (plurale, tutti gli africani, ndr) in un campo di concentramento e bruciamoli vivi" e altre simili amenità. Alcuni commenti, del tutto analoghi, arrivano anche dalla Polonia, il paese da cui proviene la turista stuprata.

Rimini, arrestato il 'branco' di stupratori

L'arresto di Butungo arriva dopo nemmeno 24 ore da quello degli altri tre componenti del branco, avvenuto nel pomeriggio di sabato, quando a finire nella rete degli inquirenti sono stati due fratelli marocchini di 15 e 16 anni, residenti a Vallefoglia nel pesarese, e un nigeriano 17enne anche lui di Pesaro. I primi a consegnarsi sono stati proprio i fratelli che, presentandosi alla caserma dei carabinieri del loro paese hanno dichiarato: "Siamo noi gli stupratori di Rimini. Dopo i primi accertamenti, i giovanissimi marocchini sono stati portati immediatamente nel Palazzo di Giustizia riminese dove, per diverse ore, sono stati interrogati dal pubblico ministero che coordina l'indagine insieme al collega della Procura per i Minori di Bologna. Entrambi nati in Italia, hanno spiegato agli inquirenti di essersi presentati dopo che, nella stessa mattinata di sabato, era stata pubblicato dai media il fotogramma che ritraeva il gruppo sulla spiaggia del Bagno 130 poco prima che si consumasse lo stupro della polacca.

Nel frattempo il terzo componente della banda, un nigeriano 17enne anche lui di Vallefoglia, è stato catturato dagli agenti dello Sco della polizia di Stato a Pesaro mentre stava salendo su un treno. Il ragazzino è stato quindi portato in Questura a Rimini dove, per tutta la serata, è stato ascoltato dagli agenti e, alla fine, portato in Procura per raccontare la sua versione davanti ai pubblici ministeri. Gli inquirenti stanno indagando anche su un'aggressione in spiaggia avvenuta Pesaro il giorno dopo quella di Rimini. Anche in quel caso, una coppietta che si era appartata nella spiaggia del Sacro Cuore, su un lettino, era stata circondata da tre uomini, che i ragazzi hanno descritto di colore. In pochi attimi i tre hanno rapinato i cellulari della coppietta tentando di inseguire i ragazzi, che nel frattempo erano scappati urlando.

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