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Martedì, 23 Aprile 2024
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Tangenti e appalti truccati: arrestati tre dirigenti del Comune di Milano

In manette Massimilano Ascione, Stanislao Virgilio Innocenti e Armando Lotumolo. Gli episodi tra il 2005 e il 2012 sotto 3 diverse amministrazioni. Il giudice per le indagini preliminari Ferraro accusa: "Contesto di numerose ed endemiche corruttele"

MILANO - Tre dirigenti del Comune di Milano sono stati arrestati dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano nell'ambito di un'inchiesta su presunti casi di corruzione che avrebbero consentito di "pilotare l'aggiudicazione di alcune gare di appalto bandite dal Comune a favore del Consorzio Milanese scarl e delle imprese sue associate". Sono stati inoltre "accertati due casi di concussione".

Come ricostruito da Milano Today gli episodi sarebbero avvenuti tra il 2005 e il 2012 e sotto tre diverse amministrazioni comunali. Gli appalti, nello specifico, riguarderebbero la manutenzione di immobili comunali, come scuole, o abitazioni dell'Aler.

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti e dal pm Luca Poniz, ha portato in carcere il funzionario Massimilano Ascione e due dirigenti, Stanislao Virgilio Innocenti e Armando Lotumolo. Secondo l'accusa Ascione avrebbe ricevuto una tangente in contanti da 100mila euro in cambio di certificazioni di edilizia pubblica. 

A rivelare l'esistenza di questa presunta mazzetta sarebbe stato l'imprenditore Marco Volpi, titolare della 'Professione Edilizia Srl', arrestato nel settembre del 2015 assieme ad altre tre persone nella prima parte d'indagine. Agli inquirenti, Volpi avrebbe raccontato di aver pagato ad Ascione, accusato di concussione, la tangente per lavori di ristrutturazione di edifici pubblici.

CORRUZIONE ENDEMICA

Il giudice per le indagini preliminari Alfonsa Maria Ferraro fa riferimento a un "contesto di numerose ed endemiche corruttele che governano e verosimilmente continuano a governare l'assegnazione degli appalti all'interno del Comune di Milano". "Gli elementi indiziari acquisiti - spiega - evidenziano, infatti, un sistema nel quale ogni dipendente pubblico, titolare di un ruolo che attribuisce un potere, strumentalizza la funzione pubblica a interessi personali con modalità che variano a seconda delle situazioni". 

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