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Venerdì, 29 Marzo 2024
Brescia

Colpo al caveau da 80 milioni: arrestate 30 persone

Rilasciato il proprietario del capannone diventato quartier generale dalla banda di criminali

È stato rilasciato il proprietario del capannone alla Pedrocca di Cazzago San Martino, reso quartier generale dalla banda di 30 criminali che lo scorso 11 marzo ha tentato di svaligiare il caveau dell'istituto di vigilanza Mondialpol di Calcinato, nel bresciano, che in quel momento conteneva più di 80 milioni di euro in contanti. Per il giudice, l'uomo non era a conoscenza di quello che è accaduto nello stabile di proprietà, nonostante al suo interno siano state trovati armi e mezzi rubati, oltre a 14 componenti della banda criminale.

Chi sono e quale ruolo hanno avuto gli arrestati

Convalidati gli arresti per gli altri 30 componenti del gruppo criminale, che non sono riusciti a portare a segno il colpo del secolo. Per gli inquirenti, che hanno studiato le mosse dei criminali nei 5 mesi precedenti, gli arrestati hanno legami con la criminalità organizzata dal Nord al Sud Italia, in particolare con la mafia foggiana e la 'ndrangheta calabrese.

Gli investigatori, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia e dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, hanno eliminato i vertici dell'organizzazione criminale. I nomi degli arrestati sono stati resi noti dal Giornale di Brescia.

A gestire l'organizzazione ci sarebbe Tommaso Morra e Giuseppe Iaculli, arrestati in flagranza di reato dagli uomini del Nucleo operativo centrale di sicurezza della Polizia di Stato. I due erano arrivato lo scorso autunno nel bresciano da Cerignola, provincia di Foggia, per organizzare i sopralluoghi e portare a segno il maxi colpo. 

In manette anche Vincenzo Carbone, Gerardo Conversano, Luigi Dalessandro, Francesco Gaeta, Giancarlo Lombardi, Cosimo Mastrangelo, i fratelli Daniele e Raffaele Russo, Antonio Renzulli, Michele Riontino, Sergio Sabino e Gaetano Saracino. Arrestati anche i fratelli Roberto e Giuliano Franzè, che mettevano in contatto i membri del gruppo criminale con i clan della 'ndrangheta, e i due dipendenti della Mondialpol, Massimiliano Cannatella e Vito Mustica, che avrebbero fatto conoscere al gruppo criminale il luogo del colpo. Agli arresti anche Antonio Nardacchione e il pizzaiolo di Ospitaletto Claudio Cascino. Secondo gli investigatori, quest'ultimo avrebbe individuato il capannone che poi è diventato la base logistica della banda. 
Gli arrestati sono ora accusati di associazione per delinquere finalizzata alla rapina, tentata rapina pluriaggravata, detenzione di armi da guerra, ricettazione: il tutto con l'aggravante del metodo mafioso. 

ll tentativo di fuga

Stando alle ricostruzioni degli investigatori, il colpo era organizzato nei minimi dettagli. Poche ore prima dell'assalto al caveau dell'istituto di vigilanza, i criminali avevano ricevuto un carico di armi da Cerignola. Si tratta di un vero arsenale da guerra: quattro kalashnikov, un fucile a pompa, una mitraglietta Uzi, una pistola, 21 molotov e chiodi a quattro punte che sarebbero stati piazzati sulle strade per bloccare l'arrivo di volanti e pattuglie. Le armi sono state tutte sequestrate. 

Anche l'aspetto logistico della fuga è stata studiata nei minimi dettagli. I ladri, ognuno con la sua parte di bottino, avrebbero dovuto prendere strade diverse per poi incontrarsi nei pressi dell’area di servizio Campagnola Est, sulla A4. Qui sarebbero saliti sul Tir che li avrebbe trasportati a Cerignola. Ma l'intervento dei militari e degli agenti di polizia ha fermato la loro fuga verso una vita milionaria.

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