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Martedì, 16 Aprile 2024
Città Benevento

Trema il Sannio: terremoto di magnitudo 4.1 nella notte

Il sisma è stato avvertito in tutte le province campane alle 3.08. Altre scosse prima e dopo quella più intensa, nessun danno a cose o persone

BENEVENTO - Un terremoto di magnitudo 4.1 è stato registrato alle 3.08 di questa notte nella zona del Sannio, in provincia di Benevento. Lo ha reso noto la Protezione civile, precisando che al momento non risultano danni a persone o cose. Panico tra la popolazione: svegliati nel cuore della notte, molti sono scesi in strada.

SCOSSE FINO ALL'ALBA - La scossa è stata avvertita in tutte le province della Campania e l’allarme si è diffuso velocemente sui social network Twitter e Facebook. La scossa delle ore 3.08 era stata preceduta da altre due di magnitudo 2.4 nella stessa zona, a distanza di pochi minuti. Altre due scosse, senza danni a persone o cose, sono state avvertite all'alba nel beneventano dopo quella più forte: alle 5.47 è stato registrato un movimento con magnitudo 3.5, un altro del 2.5 alle 6.02. Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 3,7 e’ avvenuta nel Sannio intorno alle 10.30. E’ la piu’ forte delle repliche avvenute finora, complessivamente una decina.

I PAESI VICINI ALL'EPICENTRO - Le zone più vicine all’epicentro (entro un raggio di 10 chilometri) sono Benevento e i seguenti paesi che si trovano nella provincia: Apice, Calvi, Paduli, Pago Veiano, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Martino Sannita, San Nazzaro, San Nicola Manfredi, Sant’Arcangelo Trimonte.

Secondo le analisi dell’Istituto Nazioanale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) il terremoto è avvenuto alla profondità di 11,4 chilometri ed è localizzato quindi nella fascia più superficiale della crosta terrestre. "Terremoti che avvengono a profondità confrontabili a questa sono i più frequenti lungo l’Appennino", spiega il sismologo Alessandro Amato, dell'Ingv.

Secondo le prime analisi degli esperti dell’Ingv, il meccanismo che ha generato il terremoto è di tipo estensionale, lo stesso all’origine del terremoto dell’Aquila del 2009. Vale a dire che la crosta terrestre si è deformata ai lati dell’Appennino, con un movimento perpendicolare rispetto alla catena montuosa. "Come un dolce che si gonfia al centro e si collassa ai lati", spiega il sismologo Claudio Chiarabba. Tuttavia, ha aggiunto, la zona colpita dal sisma "è molto articolata e soltanto nelle prossime ore sarà possibile avere un quadro più completo".

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