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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La clamorosa truffa milionaria col "Gratta e Vinci"

Operazione della Finanza, 12 indagati: dipendenti ed ex dipendenti della società concessionaria dei giochi per conto dello Stato sarebbero riusciti ad "intercettare" quattro biglietti vincenti

Una truffa che ha del clamoroso. Architettata sin nel minimo dettaglio. Dipendenti ed ex dipendenti della società concessionaria dei giochi per conto dello Stato sono riusciti ad "intercettare" e incassare, tra il 2015 e il 2019, quattro biglietti della lotteria istantanea "Gratta e Vinci" per un valore complessivo di 27 milioni di euro.

La truffa dei "Gratta e vinci": 12 indagati

Le fiamme gialle (nell'occasione il Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Roma) hanno dato esecuzione ad una serie di sequestri nei confronti di 12 persone indagate, a vario titolo, per truffa aggravata, accesso abusivo ai sistemi informatici, ricettazione e autoriciclaggio di capitali illeciti.  A quel che si apprende, due tra i biglietti intercettati sono relativi al primo premio del lotto Super Cash, del valore di 7 milioni ciascuna, con una probabilità di vittoria stimata in uno su 15.840.000 tagliandi, mentre altri due fanno parte del primo premio del lotto Maxi Miliardario (5 miloni di euro l'uno, con una probabilità di vittoria di uno su 9.360.000 biglietti). 

Chi sono gli indagati? Tra le dodici persone finite nel mirino dei finanzieri, dieci sono residenti a Roma e due a Mantova. Contro di loro la Gdf ha dato esecuzioni ai sequestri preventivi di disponibilità finanziarie, beni immobili per oltre 27 milioni di euro.

Come scovavano i biglietti vincenti

Alle indagini ha fornito collaborazione anche la stessa Lottomatica. I dipendenti coinvolti sono stati individuati dagli accessi al sistema informatico per acquisire informazioni riservate sia in merito all'individuazione dei biglietti vincenti di importo apicale, sia alla loro localizzazione presso i rivenditori (data e luogo di consegna), successivamente comprati e incassati da alcuni degli indagati.

Nel 2015, sono stati acquistati due biglietti vincenti da 5 milioni di euro presso un rivenditore di Milano e uno in provincia di Brescia, mentre gli ulteriori due biglietti da 7 milioni di euro sono stati comprati nel 2017 a Foggia e nel 2019 a Cremona, ossia, tutte località distanti dal domicilio degli indagati.

Poi per indurre in errore il gestore del servizio e in violazione del codice deontologico interno (che vieta ai dipendenti di partecipare ai giochi e alle lotterie in concessione) i dipendenti "infedeli" per presentare e incassare i biglietti vincenti, trattandosi di titoli al portatore, si sono avvalsi di conoscenti o stretti familiari e, in un caso, di un professionista. I formali vincitori hanno trattenuto per sé una quota delle vincite e hanno successivamente trasferito gli importi restanti su conti correnti dei dipendenti infedeli e di altre persone.

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