Falsi braccianti agricoli per truffare l'Inps, la prescrizione salva 63 imputati
La vicenda si chiude dopo 12 anni dall'avvio del procedimento. Per l'accusa i rapporti di lavoro “fantasma” servivano a incassare i soldi dell’indennità di disoccupazione, contributi pensionistici e indennità per malattie
Società inesistenti create a tavolino con l’esclusiva finalità di truffare l’Inps. A distanza di 12 anni dai fatti i giudici della seconda sezione penale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno dichiarato la prescrizione dei reati per tutti i 63 imputati. Lo racconta Gerlando Cardinale su AgrigentoNotizie.
La presunta organizzazione, sostiene l’accusa, “fabbricava” aziende che operavano nel settore agricolo. Sulla carta risultavano decine di assunzioni di braccianti che in realtà servivano solo, una volta terminati i rapporti di lavoro “fantasma”, a incassare i soldi dell’indennità di disoccupazione ma non solo: i falsi posti di lavoro, sostiene l'accusa, servivano pure per incassare i contributi pensionistici e persino le indennità per malattie.