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Giovedì, 28 Marzo 2024
CRONACA/2

"Arancia meccanica sessuale": prostitute violentate e rapinate

In manette, nella Capitale, un 24enne romeno: era diventato l'incubo delle prostitute di Latina e Roma. Il giovane, insieme ad altri complici, si fingeva cliente e poi violentava e rapinava le sue vittime

ROMA - Era diventato il terrore delle prostitute di Roma e Latina. Fissava con loro appuntamenti per incontri sessuali, poi le violentava e le derubava. Con le accuse di sequestro di persona, violenza sessuale e rapina aggravata nei confronti di una 38enne sudamericana, è stato arrestato ad Ardea - nel romano - un 24enne romeno. 

I carabinieri hanno infatti accertato che l'uomo, nel gennaio 2013, si era presentato nell'abitazione dove la sudamericana si prostituiva col pretesto di chiedere una prestazione sessuale. Entrato in casa, con altri complici, però, l'uomo aveva estratto una pistola e aveva immobilizzato la donna legandola con delle fascette da elettricista. Quindi, l'aveva violentata e, insieme con gli altri uomini della banda, le aveva portato via gioielli e 1500 euro in contanti. 

Per la violenza e la rapina, l'uomo solo pochi giorni fa è stato condannato in primo grado a dieci anni di reclusione. Per lui, comunque, non è la prima condanna. Il cittadino romeno, infatti, circa un anno fa fu arrestato dai Carabinieri di Latina, in flagranza di reato, insieme ad altri tre complici tutti italiani e provenienti da Roma, per aver rapinato una prostituta a Latina con le stesse modalità usate ad Ardea. 

Le successive indagini hanno consentito poi di appurare che il gruppo criminale si era reso responsabile di numerose rapine, stile “Arancia Meccanica”, che si erano verificate poco più di un anno fa in danno di prostitute sudamericane e dell’Est Europa domiciliate sul litorale pontino, ed in particolare a Latina.

Il modus operandi era sempre lo stesso. Il gruppo partiva dall’hinterland della Capitale per arrivare nel territorio pontino bussando alla porta di squillo sudamericane e dell’est europeo, con le quali fissavano, dopo aver consultato i diversi annunci sui locali quotidiani, un appuntamento fingendosi dapprima clienti e poi in alcuni casi anche appartenenti alle Forze dell'Ordine. Una volta entrati nell’appartamento, anziché consumare il rapporto sessuale, sotto la minaccia di una pistola, le legavano, le imbavagliavano, a volte le violentavano, prima di scappare, portando via tutti gli oggetti di valore. (da RomaToday)

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