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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Mafia, arrestato a Bangkok il cassiere dei padrini

E' stato fermato in Thailandia Vito Roberto Palazzolo, ritenuto il tesoriere dei super boss mafiosi Riina e Provenzano. Condannato a nove anni e ricercato anche da Giovanni Falcone. Indagini e intercettazioni su Facebook, ma difficoltà per l'estradizione

PALERMO - Vito Roberto Palazzolo, conosciuto come il "cassiere dei padrini" Riina e Provenzano, è stato fermato ieri sera all'aeroporto di Bangkok, in Thailandia. Scovato anche grazie alle intercettazioni telematiche del suo profilo Facebook, monitorato dagli inquirenti insieme a quelli dei suoi familiari. Palazzolo, 64enne originario di Terrasini, è considerato il braccio economico di Cosa Nostra. Lo sapeva bene Giovanni Falcone, a suo tempo sulle tracce del latitante.

LATITANTE - Il boss condannato nel 2006 a nove anni per associazione mafiosa, dal Sudafrica - paese che ha sempre detto no all'estradizione - si era spostato a Hong Kong e poi in Thailandia per sfuggire a una richiesta d'arresto temporaneo. Palazzolo, secondo gli investigatori, riciclava grandi somme della mafia ed è stato coinvolto nella storica indagine "Pizza Connection" che accertò il ruolo centrale della mafia siciliana nella raffinazione e nel traffico di eroina, i cui proventi vennero in larga parte riciclati dallo stesso manager di Cosa nostra.

ESTRADIZIONE NEGATA NEL 2010 - Ieri sera l'uomo, che adesso risulta in stato di trattenimento temporaneo, è stato fermato dalla polizia all'aeroporto di Bangkok. Risulta in questo momento detenuto in una cella dell'ufficio immigrazione dello scalo di Bangkok, al centro di una serrata trattativa nella quale le autorità italiane tentano di ottenere l'espulsione dell'ex superlatitante verso l'Italia. Palazzolo, che ha assunto la nuova identità di Robert von Palace Kolbatschenko, rimasto lontanissimo dalla Sicilia, nella sua dimora dorata di Franschhoek, a Città del Capo, è considerato un cittadino sudafricano e sul suo caso dovrebbe pronunciarsi un giudice thailandese. Dalla sua parte il boss-manager ha il pronunciamento del 2010 dell'Alta corte del Sudafrica che aveva negato l'estradizione chiesta dall'Italia, nonostante pesasse su di lui una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa del 2006, divenuta definitiva in Cassazione nel 2009.

INDAGINI E INTERCETTAZIONI SU FACEBOOK - La localizzazione di Palazzolo, secondo quanto riferisce il Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, è stata possibile grazie alle attività info-investigative del Reparto Operativo di Palermo, del Raggruppamento Operativo Speciale di Roma e dalla Squadra mobile di Palermo, che hanno operato in sinergia con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia di Roma. In particolare il Nucleo Investigativo, a partire dal mese di gennaio 2012 e in collaborazione con il Ros, ha avviato una serie di attività, coordinate dalla Dda, anche attraverso intercettazioni telematiche (profili Facebook e di altri social network riferibili al latitante e al nucleo familiare), nonché tramite l'acquisizione di notizie da fonti confidenziali, che hanno consentito di documentare il viaggio di Palazzolo in Thailandia e a Bangkok.

L'AVVOCATO - "Il mio assistito è stato fermato ieri alle 17,30 al controllo di polizia aeroportuale. Non e' arrestato ma si trova in stato di 'fermo amministrativo' per controlli''. Lo dice l'avvocato Baldassare Lauria, difensore di Vito Roberto Palazzolo. "E' cittadino sudafricano e ci opponiamo all'espulsione e all'arresto da parte dell'Interpol. L'ambasciatore sudafricano ha consegnato alle autorità thailandesi - aggiunge - la pronuncia della corte sudafricana che dice che la sentenza di condanna non è eseguibile". (da PalermoToday)

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