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Sabato, 20 Aprile 2024
Funzioni e ragioni / Milano

Cos'è il 41 bis, il "carcere duro"

Come funziona in concreto il carcere con il regime del 41 bis e perché è stato pensato con modalità "dure"

Le polemiche legate alle condizioni di salute dell'anarchico Alfredo Cospito hanno riacceso l'attenzione sul 41 bis, il regime di carcere duro. Da oltre tre mesi Cospito è in sciopero della fame e il suo stato fisico ha causato il trasferimento in un altro carcere, la casa di reclusione di Opera, a Milano. L'anarchico ha infatti perso 40 chili e si è anche fratturato il setto nasale cadendo nella doccia. Il 7 marzo è attesa la discussione in Cassazione sul ricorso della difesa. Nel frattempo, il governo Meloni si è schierato compatto sulla vicenda: il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiarito che "per la parte di propria competenza ritiene di non revocare il regime di cui all'articolo 41 bis". Ma vediamo cosa prevede e come funziona in concreto il carcere "duro" previsto dall'articolo 41 bis.

Il 41 bis: la storia

Il 41 bis nasce all'indomani delle stragi mafiose di Capaci e di via D'Amelio, quando ci si rese conto che il carcere "ordinario" non era sufficiente a interrompere la catena di comunicazione tra i boss e l'organizzazione all'esterno.

Nell'ordinamento penitenziario era stata introdotta una legge che riguardava inizialmente le situazioni di rivolta o altre gravi emergenze, la legge del 10 ottobre 1986 numero 663, conosciuta anche come legge Gozzini, dal nome del suo promotore.

Dopo la strage di Capaci del 1992 la legge Gozzini fu integrata con un secondo comma - il 41-bis -, che rendeva possibile l'applicazione del regime speciale ai detenuti per reati di criminalità organizzata, con scadenze temporali di volta in volta prorogate. L'obiettivo della norma era quello di impedire ogni legame e contatto tra il detenuto e l'organizzazione criminale del territorio di cui faceva parte.

In occasione del decennale di Capaci, il 24 maggio 2002, il Consiglio dei ministri approvò un disegno di legge che prevedeva la proroga per ulteriori quattro anni e l'applicazione del 41-bis anche ai reati di terrorismo (anche internazionale) ed eversione. Il Parlamento, con la legge del 23 dicembre del 2022 numero 279, rese permanente il 41-bis cancellando ogni limite temporale.

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