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Martedì, 19 Marzo 2024
Le indagini / Pisa

Tutti i punti oscuri sulla morte di Francesco Pantaleo

Il corpo carbonizzato del 23enne di Marsala è stato rinvenuto nelle campagne di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, ma ancora sono molti i misteri rimasti irrisolti. Dall'ipotesi suicidio alla possibile ''bugia'' sugli esami: il punto sulle indagini

Come è morto Francesco Pantaleo? È stato ucciso o si è tolto la vita? Sono diversi i misteri che gli investigatori stanno cercando di capire sulla morte di Francesco Pantaleo, lo studente universitario 23enne di Marsala (Trapani), scomparso da Pisa il 24 luglio, il cui corpo carbonizzato è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di domenica 25 luglio nelle campagne di San Giuliano Terme (Pisa). La certezza dell'identificazione è avvenuta tramite la comparazione con il Dna messo a disposizione degli inquirenti dai genitori del giovane e il risultato è arrivato solo nel tardo pomeriggio di venerdì scorso. Ora sarà l'autopsia, disposta dalla Procura di Pisa, a dover chiarire le cause del decesso.

Suicidio o omicidio? Gli inquirenti non escludono nessuna pista

Gli inquirenti non escludono neppure l'ipotesi dell'omicidio, "anche se al momento non sono emerse evidenze o elementi certi circa la presenza di altre persone sul luogo del rinvenimento del cadavere che era completamente carbonizzato", ha precisato all'Adnkronos il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Pisa, il tenente colonnello Giovanni Mennella.

All'inizio della prossima, forse già lunedì o al massimo martedì, all'ospedale pisano di Cisanello si terrà l'esame autoptico sul corpo di Pantaleo. Dall'indagine del medico legale si attendono importanti risposte, soprattutto sull'eventuale presenza di ferite o lesioni sul cadavere, accertamento essenziale per poter formulare l'ipotesi dell'omicidio.

Nel frattempo gli investigatori dell'Arma stanno esaminando anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza per cercare elementi utili al fine di capire il percorso che Pantaleo avrebbe fatto, presumibilmente a piedi, per percorrere i circa 6 km che separano Pisa da San Giuliano Terme, dove peraltro gli inquirenti non hanno rilevato tracce di presenza di veicoli sul terreno. Nemmeno sono stati trovati residui di taniche o di bottiglie con liquidi infiammabili, quelli con cui Pantaleo si sarebbe dato fuoco, nel caso in cui fosse confermata l'ipotesi nel suicidio; ma in questo caso i contenitori in plastica potrebbero essere bruciati nella combustione che ha avvolto il corpo del giovane. Quanto alle motivazioni del gesto suicidiario, vige il più fitto mistero, perché Pantaleo non ha lasciato biglietti scritti né messaggi su pc e telefonino.

Il procuratore capo Alessandro Crini ha diffuso un comunicato per precisare "i tempi e le modalità dell'identificazione del cadavere di sesso maschile trovato, integralmente carbonizzato, nella campagna di San Giuliano Terme intorno alle ore 19.30 di domenica 25 luglio". E dalle sue parole emerge che quasi immediata è stata la certezza che quel corpo ritrovato fosse di Pantaleo.

L'identificazione del cadavere

A seguito di una prima tempestiva indicazione, da parte del medico legale, nel pomeriggio di lunedì 26 luglio, "relativa all'altezza del cadavere, intorno al metro 1,80 e alla pelle dello stesso, in vita di colore chiaro - chiarisce Crini - si provvedeva immediatamente a connettere, nel doveroso riserbo, dette indicazioni con la scomparsa del giovane studente siciliano Francesco Pantaleo, formalizzata presso la Questura di Pisa, da parte dei genitori, nello stesso pomeriggio del 26 luglio; dopo una prima indicazione di irreperibilità formulata telefonicamente dai medesimi la sera del giorno precedente".

Nella giornata di martedì scorso sono stati svolti accertamenti sulla scomparsa del giovane "e si provvedeva, altresì, ad acquisire gli elementi utili alle comparazioni genetiche; tra i quali, con le opportune cautele, il Dna materno - continua la ricostruzione del procuratore di Pisa - Il giorno successivo, mercoledì 28 luglio, veniva affidato l'incarico al perito genetista che, con lodevole tempestività, forniva risposta, nei termini già noti, nelle 48 ore successive".

"Nel sottolineare la pronta e sinergica risposta investigativa offerta dalla Squadra Mobile della Questura di Pisa e dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Pisa, sotto il coordinamento di quest'Ufficio, e nel segnalare che gli approfondimenti proseguono per quanto occorre", il procuratore Crini fa presente "che, nel breve lasso di tempo in cui si è sviluppata l'attività di indagine nessun'altra alternativa è stata concretamente sperimentata; in particolare, la scomparsa di un soggetto di nazionalità tunisina denunciata dai parenti del medesimo, a Lucca, in data 9 luglio 2021, si è rivelata priva di interesse investigativo, tra l'altro, per la mancata corrispondenza, nell'altezza, tra il soggetto in questione e il cadavere rintracciato a San Giuliano Terme".

Gli esami all'università e la scomparsa

Francesco Pantaleo era iscritto al corso di ingegneria informatica dell'Ateneo pisana e avrebbe dovuto sostenere l'ultimo esame del corso di laurea triennale. I genitori non hanno saputo spiegare i motivi della sparizione del figlio anche se il sospetto appare legato proprio al fatto che non potesse aver dato tutti gli esami che aveva fatto credere ai suoi familiari. Tuttavia dagli accertamenti, è risultato che Pantaleo non sarebbe stato poi molto indietro con gli esami in vista della laurea triennale.

L'allarme sulla sparizione del giovane è stato lanciato già sabato dalla famiglia che abita in Sicilia, non riuscendo a mettersi in contatto con il figlio. Il 23enne si è allontanato dalla casa di via Adige dove condivideva un appartamento con altri due coetanei, lasciando su un comodino tutti i suoi effetti personali, gli occhiali da vista, l'iphone, che gli aveva regalato il padre, il portafogli con il bancomat, e portandosi dietro solo 200 euro. Anche il computer nuovo, sul quale lavorava da tre mesi, è stato trovato nella sua camera, ed era vuoto, senza file.

Nei giorni scorsi i genitori avevano rivolti diversi appelli al figlio affinché si facesse vivo e tornasse a casa. "Qualsiasi cosa sia successa, tutto si sistema, torna a casa, ti prego", aveva detto il padre Antonio. Poi venerdì pomeriggio il colpo di scena dal responso del test del Dna, ovvero la comparazione fra quello della salma rinvenuta a San Giuliano Terme e quello di Pantaleo. Le ricerche svolte presso il Laboratorio di genetica forense dell'Istituto di Medicina Legale dell'ospedale Careggi di Firenze hanno confermato che si tratta del Dna dello studente universitario scomparso. L'ultimo contatto con la famiglia, per telefono, è avvenuto 23 luglio. "Francesco era sereno. Non riusciamo a capire - aveva raccontato il padre Antonino - Sembra si stia parlando di un'altra persona. Mai avrei pensato che mio figlio potesse fare una cosa del genere, non è da lui, ragazzo serio, senza grilli in testa". Il giovane aveva riferito "che l'appello per l'esame sarebbe iniziato il 27 luglio, ma quella data non risulta", aveva aggiunto il padre.

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