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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cagliari

"Stop alle esercitazioni militari in Sardegna": nuova manifestazione a Cagliari

E' accompagnata dalle proteste di "A foras" (Assemblea sarda contro l’occupazione militare) la nuova maxi-esercitazione in Sardegna. Manifestazione a Cagliari sabato 14 ottobre

E' accompagnata dalle proteste la nuova maxi-esercitazione militare che sta per prendere il via in Sardegna. Joint Stars 2017 (JS17) è il più grande evento esercitativo della Difesa di quest'anno e coinvolge diverse regioni italiane.

Il 14 ottobre partirà la seconda parte della Joint Stars 2017, la “LIVEX”. Dopo la prima parte (la “Virtual Flag 2017” svolta a giugno a Poggio Renatico, Ferrara), l’evento addestrativo più importante dell'anno sbarca in Sardegna. Fino al 29 ottobre, il sud dell’Isola sarà teatro di questa imponente esercitazione, nell’ambito della quale è previsto anche Mare Aperto (dal 16 al 27 ottobre). Il poligono di Teulada vedrà i soldati della NATO e della Forza Marittima Europea esercitarsi per dieci giorni nelle principali forme di combattimento sul mare e dal mare. 

Sardegna, la lotta contro le servitù militari riprende quota

"A foras", l’Assemblea sarda contro l’occupazione militare, ha annunciato una mobilitazione: "Nei prossimi giorni il porto di Cagliari sarà invaso da navi e sommergibili militari. Uomini e blindati sbarcheranno sulle nostre coste con l'obiettivo di addestrarsi a un'imminente azione (offensiva) di guerra. Il nostro porto diventerà un approdo per navi e sommergibili a propulsione nucleare, che sosteranno vicino alle navi passeggeri. Il sindaco tace, senza aver mai creato un piano concreto di evacuazione per le possibili emergenze, mentre il porto, davanti alla bella via Roma pedonale, riunirà i mezzi della guerra e della morte".

Il lato oscuro di un paradiso: è l'isola più militarizzata d'Europa

Sabato 14 ottobre a Cagliari ci sarà una manifestazione indetta da "A foras", che invita a scendere in piazza "tutte le persone, i gruppi, le organizzazioni e associazioni che si battono contro l’uso della Sardegna come colonia e terra da violare ogni volta che fa comodo alle multinazionali della guerra senza nessun rispetto per l’ambiente e la vita delle persone che ci vivono". L’appuntamento è per le ore 15.00 in piazza Darsena di fronte al palazzo della Regione. In programma anche un sit-in mercoledì 11 ottobre davanti alla ditta Fratelli Rubino ad Assemini per manifestare contro gli accordi commerciali tra le aziende private sarde e le istituzioni militari.

I numeri spiegano meglio di qualsiasi altra cosa come la Sardegna sia da decenni "terra militarizzata": più del 60 per cento delle servitù militari dell'intero territorio nazionale è ubicato nell'isola. Fra servitù di terra e aree marine interdette alla navigazione ed alla attività civile la Sardegna si attesta intorno ai 35 mila ettari, senza considerare gli spazi aerei interdetti. E i tre più grandi poligoni d'Europa sono in terra sarda. Poligoni sperimentali, nei quali si spara terra-mare, aria-terra e mare-terra, dove si svolgono possenti esercitazioni (anche in affitto) e si mette in mostra il made in Italy dell'industria bellica. 

Servitù militari: la Sardegna è ancora un terreno strategico

L'impianto giuridico delle servitù militari è applicato nei fatti al di sopra e al di fuori di qualsiasi sfera di sovranità totale o parziale dei sardi, che non sono mai stati consultati in materia. Il mondo attuale è ben diverso da quello post-seconda guerra mondiale, quando venne definito il ruolo della Sardegna come crocevia strategico dell’alleanza atlantica nello scenario europeo. Ma sulla militarizzazione dell'isola il tempo sembra essersi fermato, come ci raccontavano qualche mese fa i portavoce di "A foras":

"Anche se la situazione geopolitica globale non è più la stessa di 60 anni fa (fine della guerra fredda e della divisione in 2 blocchi), lo stesso non si può dire dell'imperialismo e delle guerre di aggressione. La Sardegna rappresenta ancora un terreno strategico sia per la sua posizione centrale nel Mediterraneo e sia per la sua bassa densità abitativa. Per l'Italia, la NATO e i suoi alleati, i poligoni sardi rappresentano ancora il terreno ideale dove testare le armi più moderne (vedi Quirra), prepararsi ai nuovi scenari bellici e mostrare la propria forza a Russia e Cina (vedi Teulada e la “Trident Juncture” del 2015), far partire i caccia dall'aeroporto di Decimonannu, come in occasione del bombardamento della Libia nel 2011".

E non solo, la Sardegna ospita anche una moderna fabbrica di bombe: la RWM Italia di Domusnovas, che vende la sua produzione all’Arabia Saudita per la guerra nello Yemen.

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