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Giovedì, 28 Marzo 2024
La manifestazione

Il popolo pro-life in marcia contro 194 ed eutanasia: Pillon lancia il testo unico per la famiglia

Nella "Marcia per la vita 2021" c'è un popolo formato da attivisti, uomini e donne di Chiesa, parti di associazionismo cattolico. E poi la politica. Il senatore leghista in prima linea: "Defiscalizzare la famiglia"

Il primo obiettivo è quello di celebrare la vita e il secondo è sottolineare l’importanza della vita dal concepimento alla morte naturale. E’ quanto spiegato dal palco della marcia per la vita 2021, la manifestazione che ha richiamato a Roma il popolo dei cosiddetti "pro life". In centinaia si sono ritrovati alle 11 ai Fori imperiali, proprio sotto l’Altare della Patria. Ma gli obiettivi sono anche politici, infatti dal palco gli organizzatori non hanno nascosto di voler lavorare per abrogare la legge 194 sull’aborto e ogni forma di permissivismo sul fine vita.

In prima linea c’era anche il senatore della Lega Simone Pillon, che ha lanciato il “Testo unico della famiglia”. In che cosa consiste? “Stiamo pensando a un pacchetto di politiche di sostegno alle giovani coppie perché ogni vita umana conta. E’ una proposta di legge della Lega, una sorta di Testo unico della famiglia con tutta una serie di riforme per la famiglia, la prima casa, i figli e le giovani coppie. Ci tengo molto che passi la parte che riguarda la defiscalizzazione dei figli, cioè tutte le spese sostenute dalla famiglia per i propri figli, devono essere esentate dalle tasse e dalle imposte come l’Iva e per la famiglia, quelle spese devono essere detratte dal conteggio per il reddito imponibile”. Insieme a Pillon c’erano il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, Isabella Rauti di Fratelli d’Italia e Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia.

Simone Pillon-3

Ma il popolo pro life che stamattina si è ritrovato nel cuore della Capitale era per lo più formato da attivisti da tutta Italia, uomini e donne di Chiesa  e associazionismo cattolico. C’erano associazioni come “Non si tocca la famiglia”, l’Ordine di Malta, Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici e poi le parrocchie e semplici cittadini pronti a condividere le istanze della manifestazione. Tutti uniti per celebrare la loro marcia per la vita e ascoltare gli interventi che si succedevano dal palco, tra cui quelli degli ambasciatori di Polonia e Ungheria in Vaticano, i quali hanno rilanciato la necessità di difendere le "battaglie cattoliche" (o almeno, di una parte del mondo che tale si definisce) in Italia, come già si sta facendo nei due paesi dell’Est Europa guidati da governi conservatori vicini alla destra populista.

Manifestazione pro-life contro aborto ed eutanasia 

E una delle prossime battaglie che il mondo che si definisce "pro life" si appresta ad intraprendere è anche quella per fermare qualsiasi istanza che apra alla fine vita e all’eutanasia, compresa la campagna referendaria lanciata dall’associazione Coscioni per l’abrogazione dell’omicidio del consenziente. “Se noi spendessimo lo stesso impegno che si spende per promuovere l’eutanasia nell’aiutare gli anziani e i malati con terapie e cure palliative, non avremo più richieste. Si tratta di scelte, se vogliamo la vita solo quando ci serve o se la vogliamo sempre perché è sacra. La posizione della Lega sul referendum la deciderà Matteo Salvini, ma io posso dire personalmente di essere contrario a qualsiasi tipo di eutanasia” .

Per i partecipanti dunque la vita è inviolabile e comincia con il concepimento in grembo e finisce con la morte naturale e tutto quello che ostacoli il corso naturale degli eventi, significa la soppressione della vita. Come ha spiegato anche Anna Bonetti, attivista pro vita e volto della campagna anti aborto del gruppo “Pro vita e famiglia”. “Non esiste vita che non sia degna di essere vissuta e noi sappiamo che c’è un grande inganno dietro l’aborto e pensiamo che la vera libertà sia nel dare aiuti concreti alle donne anziché aiutarle a sopprimere la vita che hanno in grembo e spero che sempre più persone possano unirsi a noi. Oggi dobbiamo cambiare una cultura della morte che nel nostro paese è dilagante, pensando all’aborto come se fosse una passeggiata e invece ha dei danni non indifferenti nella psiche della donna. Una legge che permette la soppressione di vite umane innocenti non può essere giusta e va abrogata”.

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